Cadavere decomposto, casa da sanificare. Roma Comune: siamo in smart working. E ci mette 7 mesi

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 17 Febbraio 2021 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA
Cadavere decomposto, casa da sanificare. Roma Comune: siamo in smart working. E ci mette 7 mesi

Cadavere decomposto, casa da sanificare. Roma Comune: siamo in smart working. E ci mette 7 mesi (Foto d’archivio Ansa)

Cadavere decomposto perché trovato solo dopo almeno una decina di giorni dalla morte e trovato perché i vicini hanno avvertito gli odori della decomposizione e hanno chiamato la polizia. Il pover’uomo è morto da solo, a 73 anni. Viveva in  solitudine e in morte ha avuto, se non la sfortuna, di certo l’oltraggio di vivere in una casa popolare, cioè soggetta alla cure della burocrazia di Roma. La storia comincia il 25 marzo 2020.

Cadavere decomposto: arriva la polizia, la polizia chiama i Vigili

Cronistoria da La Repubblica: il 25 marzo 2020, in pieno lockdown, la polizia chiamata dai condomini scopre purtroppo il cadavere dell’anziano. Cadavere decomposto, con quel che ne consegue per i locali dove è stato rinvenuto. Polizia chiama Vigili per sanificazione dell’appartamento, Vigili arrivano e il giorno dopo comunicano a chi di dovere, comunicano ai preposti uffici al Campidoglio, il cosiddetto Patrimonio, comunicano che c’è una casa da sanificare.

Comune di Roma: siamo in smart working, sgomberi sospesi

La risposta degli ufficio preposti, della burocrazia di Roma Capitale, del Comune di Roma è oscenamente meravigliosa: “smart working, sgomberi sospesi”. Non un Sordi, non un Verdone, nessun grande attore o regista della commedia italiana riuscirebbe a ritrarre, fotografare, narrare in così poche parole e con tanta efficienza l’indolenza proterva eppure servita come ovvia acqua fresca dai servizi comunali di Roma.

Un concentrato e miscelato di non mi compete, chi se ne frega, evita la rogna, archivia. Spudoratezza non ignava di sé. Però con calma: la prima risposta alla richiesta dei Vigili arriva l’11 di maggio. Maggio! L’ufficio del Comune risponde circa 45 giorni dopo la segnalazione dei Vigili. E’ una dimostrazione lineare e convincente di cosa sia lo smart working in mano a certi settori e comparti della pubblica amministrazione, è il non esserci. Non esserci, punto.

Smart working uguale no working. Oltre ogni immaginazione poi rispondere di non poter andare a sanificare l’appartamento perché…in smart working. Oltre ogni immaginazione, cioè nella realtà quotidiana dei servizi comunali di Roma.

Cadavere decomposto da marzo: il 27 maggio Comune accetta le chiavi

Storia prosegue. Comune Roma non sta con mani in mano, ci ha messo 45 giorni per rispondere alla prima chiamata, poi dimezza i tempi e dall’11 maggio impiega solo altri 16 giorni per accettare in via formale le chiavi dell’appartamento. Siamo al 27 maggio, finito, vanno a sanificare la casa? No, tra l’accettare le chiavi ed andare passeranno giugno e luglio e agosto (allo smart working si sono aggiunte e ferie?) e finalmente a settembre i potenti servizi comunali vanno nella casa dove il 25 marzo è stato trovato un cadavere decomposto. Sette mesi.

Ora al Comune giurano che faranno ricerche su come è andata e su perché sia andata così. Non si diano pena, è andata così perché a Roma cosa pubblica va così: non è di nessuno, nessuno la cura e la burocrazia capitolina insegna alle migliaia e migliaia di dipendenti del Comune e delle aziende dal Comune partecipate (e qui si arriva a decine di migliaia di dipendenti) che si lavora per se stessi mica per gli abitanti di una Roma così sfortunata da avere, da molti anni, un Comune contro. Contro la cosa pubblica e i cittadini.