Calciopoli: tutti condannati, Moggi a 5 anni e 4 mesi

Pubblicato il 8 Novembre 2011 - 20:10 OLTRE 6 MESI FA

Luciano Moggi (Foto LaPresse)

NAPOLI – Luciano Moggi è stato condannato per associazione a delinquere a 5 anni e 4 mesi nel processo per lo scandalo “calciopoli”. Il pm per l’ex direttore generale della Juventus aveva chiesto 5 anni e 8 mesi. Condannati anche gli ex designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, rispettivamente a 3 anni e otto mesi e un anno e 4 mesi. Un anno e tre mesi per il presidente della Lazio Claudio Lotito e per i fratelli Diego e Andrea Della Valle. Un anno e undici mesi per l’ex arbitro Massimo De Santis.

Per Luciano Moggi, ritenuto dal Tribunale di Napoli, promotore di una associazione per delinquere, è stata dichiarata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per Paolo Bergamo, condannato anch’egli per associazione, è stata dichiara l’interdizione per la durata di 5 anni.

”Non ho voglia di fare battute, non parlo”, ha detto l’ex dg della Juventus, Luciano Moggi, lasciando l’aula del Tribunale di Napoli dopo la sentenza. Moggi è riconosciuto colpevole di associazione a delinquere e vari episodi di frode sportiva.

”E’ una pagina mortificante per la giustizia, combatteremo in appello”. Questo il commento dell’ex arbitro Massimo De Santis dopo la sentenza. ”Sicuramente – ha aggiunto De Santis, condannato a un anno e 11 mesi di reclusione – non c’è stata unanimità nel verdetto, mi auguro che chi si è assunto la responsabià’ di questa sentenza abbia la coscienza a posto e quando si appurerà che ha sbagliato mi auguro possa pagare”. ”E’ una sentenza scritta”, ha concluso l’ex arbitro di Tivoli.

La Figc non commenterà la sentenza, ma lo farà solamente dopo aver preso atto delle motivazioni. È quanto hanno spiegato i vertici della federazione a margine del consiglio federale in Municipio a Vicenza. Al termine dei lavori il presidente Giancarlo Abete ha tuttavia spiegato la posizione della Figc, che è parte civile nel procedimento di calciopoli.

“La posizione della Federazione – ha detto Abete – è di grande rispetto per le decisioni che saranno assunte dal Tribunale di Napoli. Questo di Napoli è infatti il primo grado di giudizio, che poi avrà un seguito. E in parallelo c’è già una sentenza pronunciata in relazione della richiesta di rito abbreviato di alcuni dirigenti, che a metà novembre vedrà l’appello”.

Sulle vicende giudiziarie Abete ha ricordato “che esiste fisiologicamente una differenza strutturale tra i procedimenti penali e le decisioni degli organi di giustizia sportiva”.