Maurizio Molinari direttore Stampa copia incolla nel libro?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Dicembre 2015 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
"Califfato Terrore" di Molinari: copia incolla qui e là...

“Califfato Terrore” di Molinari: copia incolla qui e là…

ROMA – Maurizio Molinari, direttore designato della Stampa di Torino è stato accusato da un blog di avere copiato e tradotto nel suo ultimo libro brani presi da un altro libro e dal giornale inglese The Guardian.

L’accus è precisa e, salvo smentite di falso, documentata. Come farà Maurizio Molinari a salire in cattedra con i suoi futuri bravi e diligenti giornalisti della Stampa?

Vediamo i fatti. La polemica non è nuova, ne aveva già parlato Lettera 43. Ma la designazione di Maurizio Molinari a direttore della Stampa l’ha riportata di attualità. In libreria un suo titolo è a rischio best-seller, del quotidiano sul quale scrive, La Stampa, è appena diventato direttore: sono giorni importanti per la carriera di giornalista e scrittore di Maurizio Molinari. Forse proprio per questo il suo libro “Il Califfato del terrore. Perché lo Stato Islamico minaccia l’Occidente” (Rizzoli) ha ricevuto un surplus di esame che, come nel caso della recensione di Nicola Perugini, ha fatto rilevare la presenza di diversi brani che sarebbero stati copiati di sana pianta da altri testi non citati.

Abitudine né nuova né tanto meno isolata, nell’epoca del copia-incolla digitale ormai divenuto funzione cerebrale automatica. Il fatto che nella prefazione a consigliare la lettura del libro sia Roberto Saviano, non fa che aggiungere un pizzico di malizioso déjà vu. Vediamo uno stralcio del libro dove Perugini (che ne ha scritto per la rivista Lavoro culturale e ripubblicato dal blog Minima&Moralia), suggerisce, documentato, il prestito testuale non denunciato da Molinari dal best seller americano di Jay Sekulow del New York Times (“The rise of Isis”), per non parlare anche di altri contributi dal quotidiano inglese The Guardian.

L’Islam afferma di essere una religione universale, in grado di coprire ogni aspetto della vita quotidiana, e dunque ha come obiettivo ultimo uno Stato Islamico. Questa idea politica è parte integrante del concetto di ‘umma’, secondo il quale tutti i musulmani, ovunque risiedano, sono legati da una fede che trascende i confini geografici, politici, nazionali. Tale legame è la fedeltà ad Allah e al profeta Maometto. Poiché i musulmani credono che Allah abbia rivelato tutte le leggi concernenti questioni religiose e laiche attraverso il Profeta, l’intera umma è governata dalla sharia, la legge divina, applicabile in ogni tempo e luogo perché anch’essa trascende i confini. (da Maurizio Molinari).

Islam purports to be a universal religion. In other words. Its teaching encompass all aspects of life and its ultimate goal is the establishment of a global Islamic State. This political idea of Islam is embodied in the concept of the ummah (community), which is the idea that all Muslims, wherever they reside, are bound together through a common faith that transcends all geographical, political, or national boundaries. This common bond is formed through Muslims allegiance to Allah and to the Prophet Muhammad. Because Muslims believe that Allah revealed all laws concerning religious and secular matters through the Prophet Muhammad, the entire ummah is governed by the divine law, or Sharia. Sharia is applicable at all times and places and, therefore, supersedes all other laws. (da Jay Sekulow).

Va detto che informazione e riflessione relativa in questo caso non sembrano rappresentare esattamente uno scoop o una trovata interpretativa talmente originale da meritare il lucchetto che ne protegga la proprietà intellettuale. Il dibattito, educato, che si è svolto su Minima&Moralia circoscrive la vicenda a due corni del problema (frequentare troppo assiduamente le frasi fatte è un’altra forma di copia-incolla intellettuale?).

Se per Norberto è “ovvio che Saviano gli curi la fascetta, come lui anche questo è uno senza argomenti che riempie pagine facendo copia incolla da testi scritti da altri”, Luigi Mascheroni approfitta dei commenti per fare un po’ di pubblicità al suo ultimo libro: “E’ un mondo (e un modo di fare) che conosco bene. Ho appena pubblicato “Elogio del plagio. Storia, tra scandali e processi, della sottile arte di copiare da Marziale al web” (Aragno), e di casi simili – tra citazionismi, riprese, calchi, veri copia-e-incolla, scopiazzature clamorose – ne ho raccolti parecchi. In campo letterario e giornalistico (da Montanelli a Saviano)…”

Luca Salvatorre rispolvera invece, a fini divulgativi, una citazione che assolve i citazionisti del filosofo Walter Benjamin (e che potrebbe ben essere sfruttata dai vari Molinari e Saviano): “Molinari a sua discolpa potrebbe citare due passi del “Passagenwerk” di Benjamin, e dichiararsi “antisoggettivista”: «Questo lavoro deve sviluppare al massimo grado l’arte di citare senza virgolette. La teoria è intimamente connessa a quella del montaggio» (N I, 10, p. 512); «Metodo di questo lavoro: montaggio letterario. Non ho nulla da dire. Solo da mostrare. Non sottrarrò nulla di prezioso e non mi approprierò di alcuna espressione ingegnosa. Stracci e rifiuti, invece, ma non per farne l’inventario, bensì per rendere loro giustizia nell’unico modo possibile: usandoli» (N I a, 8, p. 514). Potrebbe.”