Presunte tangenti, Vizzini si sospende dal Pdl e dalla Commissione

Pubblicato il 7 Luglio 2011 - 12:42 OLTRE 6 MESI FA

Carlo Vizzini (Foto Lapresse)

ROMA – Ha deciso di sospendersi dalla carica il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, e anche dal gruppo del Pdl. L’obiettivo è difendersi nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate dal tributarista Gianni Lapis con denaro di don Vito Ciancimino.

”Mi trovo di fronte ad un attacco mediatico – scrive Vizzini in una lettera al presidente del Senato, al presidente del Consiglio e ai capi gruppo del Senato del Pdl – di un quotidiano che mi indica come percettore di somme illecite da me mai ricevute”.

Ieri, mercoledì, la Procura di Palermo ha depositato le informative dei carabinieri con la trascrizione delle intercettazioni relative a Vizzini e al ministro Saverio Romano, quest’ultimo neoministro dell’Agricoltura, coinvolti nell’inchiesta su presunte tangenti pagate ai politici dal tributarista Gianni Lapis con denaro del ”tesoro” dell’ex sindaco mafioso don Vito Ciancimino. Nell’indagine e’ coinvolto anche l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro in carcere per favoreggiamento aggravato dall’avere agevolato la mafia.

Inizialmente era indagato anche l’ex senatore e assessore regionale dell’Udc Salvatore Cintola, nel frattempo deceduto. Per tutti l’accusa è di corruzione aggravata dall’avere favorito Cosa nostra. Le trascrizioni delle conversazioni che riguardano i parlamentari, e che quindi possono essere utilizzate solo dopo l’autorizzazione della Camera di appartenenza, sono a disposizione dei legali nella cancelleria della Procura.

I difensori, gli avvocati Francesco Crescimanno, Raffaele Bonsignore e Franco Inzerillo, possono consultare le informative, ma anche ascoltare il sonoro delle intercettazioni relative ai loro assistiti. Entro 10 giorni dal deposito la Procura chiederà al gip di fissare l’udienza in cui le parti discuteranno della rilevanza delle conversazioni nell’indagine. Al termine dell’udienza il gip deciderà se chiedere alle Camere l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni.

L’indagine è incentrata su un giro di tangenti che sarebbero ruotate attorno alla società Gas, di cui erano soci Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco, e il tributarista Gianni Lapis. Dalle intercettazioni emergerebbero contatti tra Lapis e vari politici che avrebbero ricevuto denaro nell’ambito di un’operazione conclusa con la vendita della società a un gruppo spagnolo per 124 milioni di euro. Lapis e Ciancimino hanno ammesso di avere pagato tangenti per la vendita della Gas: 50 mila euro ciascuno a Romano e Cuffaro (”contributi elettorali” secondo Lapis), altri soldi a Vizzini. Tutti hanno negato di avere ricevuto mazzette.