Camorra: 8 arresti, anche 2 agenti penitenziari

Pubblicato il 17 Marzo 2012 - 20:02 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI, 17 MAR – Per quasi dieci anni si resero protagonisti di una sanguinosa faida per il controllo delle attivita' criminali nel comune di Villa Literno, nel casertano. Da un lato il gruppo dei 'bidognettiani' facenti capo al boss Francesco Bidognetti, alias 'Cicciotto e mezzanotte' e guidato da Luigi Guida, dall'altro quello scissionista dei Tavoletta-Ucciero.

Tra il 2002 e il 2003, poi, gli omicidi di due esponenti di spicco del clan Tavoletta, quello di Michele Misso (il 23 novembre 2003) e quello di Domenico Ucciero (22 gennaio 2004), fratello dei capi dell'omonimo clan Vincenzo e Massimo. Per questi delitti i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta coordinati dalla DDA di Napoli, hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per mandanti ed esecutori materiali, tutti affiliati al gruppo Bidognetti: si tratta del trentottenne Raffaele Bidognetti, gia' detenuto, figlio del boss Francesco, elemento di vertice del clan e ritenuto tra i mandati dei due delitti, di Davide Granato, 37 anni, gia' detenuto e condannato all'ergastolo per la strage dei ghanesi avvenuta a Castelvolturno il 18 settembre del 2008, dei trentottenni Salvatore Spenuso e Lorenzo Ventre, e di Mario Aversano 35 anni.

In manette, ma per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti e corruzione, sono finite anche due guardie penitenziarie in servizio al carcere di Carinola nel casertano Daniele Abis, 50 anni, e Agostino Perretta, 46 anni, quest'ultimo posto ai domiciliari. Con loro in manette anche il trafficante di droga Pasquale Annicelli, 40 anni, gia' detenuto. Dalle indagini e' emerso il movente e il ruolo di capi e gregari nell'ambito dei due omicidi di camorra. Fondamentali le dichiarazioni di importanti affiliati al clan Bidognetti divenuti collaboratori di giustizia, tra cui quelle dell'ex reggente della cosca Luigi Guida, di Enrico Verde e del figlio Antonio, e in particolare dei killer responsabili dei due delitti, Massimo Iovine e Francesco Diana. Misso, per conto dei Tavoletta-Ucciero si occupava della consegna dei polli nelle varie macellerie delle zona e all'occorrenza ritirava il pizzo gia' concordato presso attivita' commerciali gia' vittime di estorsione da parte dei bidognettiani, quali la discoteca ''Millennium''. Proprio la riscossione della tangente presso il locale costitui' un ulteriore pretesto per determinarne l'eliminazione violenta da parte dei bidognettiani; l'uomo fu ucciso con 21 colpi di pistola davanti alla madre da Iovine e Diana, giunti a bordo di motocicletta mentre Granato ne proteggeva la fuga e Aversano controllava che tutto andasse bene. Per Ucciero invece agirono in cinque a bordo di due auto: in un'Alfa 156 guidata da Granato c'erano i killer Massimo Iovine e Lorenzo Ventre, nell'Opel Corsa condotta da Salvatore Spenuso c'era invece Francesco Diana. Nell'ambito della stessa indagine e' poi emerso come il collaboratore di giustizia Massimo Iovine e il trafficante napoletano Pasquale Annicelli avessero piu' volte corrotto con soldi, regali, tra cui cassette di pesce, cesti natalizi e biglietti per locali notturni riconducibili sempre al clan, i due agenti della Penitenziaria Daniele Abis e Agostino Perretta affinche' li rifornissero di droga e non li perquisissero prima dei colloqui con i propri familiari. Tra l'altro e' stato accertato che i due agenti avrebbero avvisato i due detenuti della presenza di microspie per le intercettazioni ambientali poste in occasione dei colloqui.