Camorra: blitz contro i casalesi, arrestato anche l’ex consigliere regionale Udeur Nicola Ferrero. Indagato il prefetto di Frosinone

Pubblicato il 12 Luglio 2010 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

Blitz alle prime ore del mattino di lunedì 12 luglio in Campania contro il clan camorristico dei Casalesi. I carabinieri hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare e decreti di sequestro di beni per un valore stimato di un miliardo di euro, provvedimenti emessi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Tra gli arrestati figura Nicola Ferraro, ex consigliere regionale dell’Udeur, già coinvolto in altre due inchieste. Nell’inchiesta figura come indagato anche il prefetto di Frosinone Paolino Maddaloni; i pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio ne avevano chiesto l’arresto, ma il gip Vincenzo Alabiso ha respinto la richiesta. Maddaloni è accusato di turbativa d’asta; l’appalto è quello delle centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria a Caserta.

Ferrero  è stato arrestato con l’accusa di associazione camorristica. Secondo gli inquirenti  si è  accordato, nella doppia veste di imprenditore nel settore dei rifiuti ed esponente politico di rilievo regionale, con gli esponenti apicali delle associazioni criminali egemoni nel Casertano e, in particolare, con i reggenti dei gruppi Schiavone e Bidognetti; l’ex consigliere regionale avrebbe ricevuto sostegno elettorale e, assieme al fratello Luigi, a sua volta arrestato, un appoggio determinante per l’affermazione delle loro aziende.

In cambio, avrebbero prestato la loro opera a favore del clan dei casalesi ”per agevolare l’attribuzione di risorse pubbliche attraverso l’aggiudicazione di appalti ad imprese compiacenti, nonche’ per favorire il controllo da parte del clan dello strategico settore economico dello smaltimento dei rifiuti”. Nicola Ferraro, inoltre, con l’aiuto del fratello, avrebbe stretto un accordo generale con Luigi Guida, reggente del clan Bidognetti, per effetto del quale si ponevano come intermediari tra gli esponenti degli enti locali sui quali l’ex consigliere Udeur aveva influenza politica – Castelvolturno, Villa Literno, Lusciano – e l’organizzazione camorristica, per influire sull’attribuzione degli appalti ad imprenditori di comodo e sul pagamento delle somme estorsive al clan.

I due, inoltre, secondo il gip ”fornivano un apprezzabile contributo di rafforzamento alle strutture criminali interessate dagli accordi, che acquistavano consistenti liquidita’ economiche da distribuire ai singoli affiliati, ed un notevole apporto per il sostegno ed il proselitismo delle medesime organizzazioni, che acquistavano prestigio ed autorevolezza, dimostrando all’intera cittadinanza dei territori sottoposti alla loro influenza ed ai clan avversari il controllo degli organi istituzionali locali”. Ferraro e’ attualmente imputato in due processi, uno dei quali per lo scandalo delle assunzioni all’Arpac e per il quale era stato destinatario di un divieto di dimora in Campania, poi revocato

Tra i destinatari delle ordinanze di custodia, anche i latitanti Antonio Iovine e Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco Schiavone, soprannominato Sandokan. Tra le accuse, a vario titolo, l’associazione mafiosa, il riciclaggio e la trubativa d’asta. I sequestri riguardano, imprese, complessi turistici, appartamenti e terreni. Le indagini hanno permesso di evidenziare una ramificata infiltrazione della camorra nel sistema degli appalti pubblici nel Casertano.