Firenze. Operazione contro la camorra: 7 arresti e 31 denunce

Pubblicato il 13 Dicembre 2011 - 12:51 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – Sette ordinanze di custodia cautelare, di cui quattro in carcere e tre ai domiciliari, e 31 persone denunciate. E’ il bilancio di una operazione condotta dalla squadra mobile di Firenze a conclusione delle indagini dirette dalla Dda del capoluogo toscano. L’operazione interrompe l’attivita’ di un gruppo criminale capeggiato da persone legate a clan di camorra. Sono stati anche sequestrati beni per oltre 9 milioni di euro e, nel corso delle indagini, sono stati accertati 20 milioni di euro di evasione fiscale.

Alcuni dei reati contestati alle 31 persone indagate a vario titolo sono estorsione, tentata corruzione e riciclaggio, ma anche reati societari. Questi ultimi sarebbero stati compiuti attraverso il sistematico uso della forza e della intimidazione. Le ordinanze di custodia e i sequestri preventivi sono stati emessi dal Tribunale di Firenze nella giornata di ieri.

I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa fissata per le 11 alla Questura di Firenze. L’organizzazione criminale di tipo camorristico scoperta a Firenze e che ha portato ad arresti e sequestri per nove milioni di euro era ”specializzata” principalmente all’acquisizione di aziende in crisi. E’ quanto emerge dalle indagini dirette dalla Dda di Firenze.

Dopo l’offerta iniziale di aiuti e sostegni economici il gruppo, capeggiato dai clan Ligato, Russo e Bardellino ,ne assorbiva completamente la gestione anche attraverso violenze e minacce. Inoltre la contabilita’ delle societa’ acquisite veniva gestita quasi completamente al nero.

L’evasione fiscale era basata sulla costituzione di societa’ ”cartiere”, cioe’ esistenti solo sulla carta, che emettevano fatture false a beneficio di societa’ del settore tessile, le quali, a loro volta, le contabilizzavano generando cosi’ falsi crediti di imposta impiegati poi per il pagamento dei tributi attraverso l’istituto della compensazione.

Le societa’ erano intestate a prestanome, che per questo compito percepivano dagli 800 ai 1.500 euro al mese, e avevano una durata media di due anni: quindi venivano liquidate e sostituite con altre dello stesso tipo. Fori di proiettili sulle portiere delle auto, minacce a mano armata, intimidazioni mostrando la pistola: questi alcuni dei metodi adottati nel corso degli anni dal gruppo criminale che si era insediato in Toscana dalla meta’ degli anni ’80.

A dare il via alle indagini, dirette dalla dda di Firenze, che hanno portato ad arresti e sequestri per nove milioni di euro, e’ stata la testimonianza di un imprenditore titolare di una ditta di Castelfiorentino (Firenze), che nell’ottobre del 2009 denuncio’ alla polizia un colpo d’arma da fuoco esploso sulla portiera della sua auto. Durante la deposizione emerse che l’uomo d’affari alcuni mesi prima aveva accettato l’aiuto finanziario di un imprenditore campano, uno dei principali indagati nell’inchiesta.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il gruppo ha acquisito aziende in crisi nelle province di Firenze, Pisa e Prato. Una, in particolare, era stata assorbita dal clan per gestire le corse automobilistiche di rally al quale il capoclan e il figlio partecipavano come semiprofessionisti.

Le operazioni di acquisizione venivano finanziate con ingenti capitali prelevati da conti esteri. In questo modo gli esponenti del sodalizio criminale hanno ottenuto considerevoli vantaggi economici, reinvestiti nell’acquisto di autovetture di lusso e di proprietà immobiliari in Toscana, Sardegna e Campania, che venivano regolarmente intestate a terzi.

Ieri mattina, la sezione criminalità organizzata della mobile fiorentina ha eseguito i provvedimenti cautelari e i sequestri preventivi, emessi dal gip Angelo Pezzuti su richiesta del pm Pietro Suchan. All’operazione hanno collaborato anche i finanzieri del gruppo di Formia (Latina), che hanno concorso nell’esecuzione delle misure patrimoniali.