Camorra. “Prego per te”: arrestato sacerdote che aiutò boss dei casalesi Panaro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Ottobre 2013 - 13:00 OLTRE 6 MESI FA
Boss Nicola Panaro

Boss Nicola Panaro (Foto LaPresse)

ROMA – “Ogni giorno prego per te”. Anche un sacerdote di una chiesa di Napoli è stato arrestato la mattina del 22 ottobre nel blitz che ha sgominato le 14 persone che avrebbero aiutato il boss dei casalesi Nicola Panaro durante i suoi 7 anni di latitanza. Panaro, boss della camorra, fu arrestato il 14 aprile 2010 e dopo oltre tre anni di indagini finiscono ora in manette quanti lo aiutarono, compreso un impiegato dell’anagrafe di San Cipriano d’Aversa, che avrebbe rilasciato falsi documenti.

Le accuse per i 14 arrestati dai carabinieri di Casal di Principe, in provincia di Caserta, sono di ricettazione, procurata inosservanza di pena, intestazione fittizia di beni e alterazione di documenti d’identità aggravati per aver favorito un’organizzazione camorristica. La Guardia di Finanza di Aversa ha poi eseguito il sequestro di beni, tra cui immobili, quote societarie, terreni, autovetture e motoveicoli, riconducibili agli indagati.

Repubblica spiega:

“La rete di fiancheggiatori che ha aiutato Panaro durante i sette anni della sua latitanza è stata ricostruita con intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento, interrogatori di collaboratori di giustizia, accertamenti patrimoniali e l’analisi della grande documentazione, cartacea e informatica, sequestrata in occasione dell’arresto del boss. Dalle indagini è emerso che, oltre ai familiari, Panaro era aiutato anche da persone ritenute insospettabili in quanto completamente estranee a contesti criminali”.

Le persone arrestate avrebbero aiutato Panaro a muoversi sia in Italia che all’estero, spiega Repubblica:

“Secondo l’accusa, grazie a questa rete di fiancheggiatori, nonostante la latitanza Panaro riusciva a muoversi sia in Italia, sia all’estero, facendo anche numerose vacanze con i familiari, fra le quali quella nel centro di Montecarlo. Panaro, inoltre – stando alla ricostruzione degli investigatori – riusciva inoltre a incontrare periodicamente i familiari in una villa con piscina (sottoposta a sequestro) a San Nicola Arcella (Cosenza)”.

Tra gli arrestati anche un sacerdote, che avrebbe incoraggiato il boss:

“Dalle indagini è emerso infatti che il sacerdote, durante la latitanza di Panaro, gli ha scritto diverse lettere di incoraggiamento, invitandolo a farsi coraggio e garantendogli di pregare ogni giorno per lui in chiesa. Il prete, che all’epoca reggeva una chiesa dell’agro aversano, si diceva inoltre disponibile ad aiutarlo in qualsiasi modo”.