Camorra, sigilli al Giugliano Calcio e a una scuderia ippica

Dario Parascandolo
Pubblicato il 30 Marzo 2010 - 14:00 OLTRE 6 MESI FA

A distanza di appena una settimana, ecco i primi sviluppi dell’”Operazione Arcobaleno”, che lo scorso 23 marzo ha portato a 12 arresti, 77 denunce e sequestri di beni per 500 milioni. «L’esame dei documenti e della contabilità relativa alle società sequestrate nel blitz della scorsa settimana – spiegano gli investigatori – hanno fornito importanti riscontri circa la disponibilità di ulteriori beni e società in capo al clan Mallardo». La Direzione Investigativa Antimafia ha così disposto il sequestro del Giugliano Calcio, società riconducibile al latitante Giuseppe dell’Aquila, detto “Peppe o’ ciuccio”, sfuggito alla cattura una settimana fa. Il Giugliano Calcio attualmente milita nel girone A del campionato regionale campano di Eccellenza.

Sigilli anche alla scuderia ippica Gruppo Orizzonte di Carmine Maisto, proprietaria di cavalli da competizione, e alla società di gestione di attività alberghiera e di ristorazione Tre Emme. Sequestrati anche conti correnti bancari riconducibili al gruppo Maisto e un’autovettura appartenente alla famiglia Dell’Aquila, per un valore complessivo di oltre tre milioni di euro.

L’”Operazione Arcobaleno”, durata quasi due anni e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha permesso di rilevare due holding imprenditoriali, operanti prevalentemente nel settore dell’edilizia, nelle province di Roma, Latina e Napoli. Le società erano gestite dal clan Mallardo, attivo nel comune di Giugliano, a nord di Napoli, e inserito nel cartello criminale denominato “Alleanza di Secondigliano”. Nel corso dell’operazione sono stati sottoposti a sequestro centinaia di terreni,  fabbricati e locali commerciali, decine di rapporti bancari, auto e motoveicoli, imbarcazioni e polizze assicurative. Di particolare rilievo il sequestro delle aree ex Desco di Terracina e Madonna delle Grazie di Fondi, nonché l’Hotel Orizzonte ed il centro commerciale Orizzonte, a Giugliano in Campania. Parte degli immobili sequestrati si trovavano anche a Sabaudia e sul litorale romano, ad Anzio e Nettuno.

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