Camorra. Pentito Vargas: “Casalesi ed Al Qaeda uniti per uccidere pm”

Pubblicato il 13 Febbraio 2012 - 14:59 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – “Nicola Schiavone mi confidò di aver avuto contatti con dei terroristi di “Al Qaeda” in quanto lui era intenzionato a colpire il giudice Cafiero de Rago, che era stato l’artefice di tutti gli ergastoli comminati a seguito di Spartacus 1. Schiavone mi confidò inoltre che aveva un forte astio per tutto il pool della Dda di Napoli, mi disse anche che da lì a poco sarebbero arrivati dei bazooka monouso da consegnare a questi terroristi che avrebbero dovuto compiere diversi attentati ai predetti magistrati del pool che si occupava della camorra casalese”. Questa la dichiarazione del pentito Roberto Vargas, secondo il quale Nicola Schiavone, primo figlio del boss Sandokan, voleva la morte del giudice Federico Cafiero De Rago, di altri magistrati napoletani e del nemico ‘internò Michele Zagaria.

“è gravissima, se si rivelasse fondata, la notizia di un piano da parte dei casalesi per portare in atto attentati contro il pool dei magistrati del Dda di Napoli, attraverso la rete islamica di Al Qaeda”, ha detto la senatrice del Pd Teresa Armato, della Commissione Antimafia a Palazzo Madama in merito alle notizie pubblicate dal ‘Mattino’. “Da quanto si apprende da inchieste giornalistiche, – afferma Armato –  il progetto sarebbe rimasto sulla carta solo perché l’ideatore, Nicola Schiavone, è stato arrestato. A rivelare fatti e retroscena è il suo braccio destro, Roberto Vargas, che ha cominciato a collaborare con la giustizia. Si tratta di rivelazioni di cui occorre verificare assolutamente l’attendibilità per comprendere a quali livelli di collegamenti criminali internazionali può essere giunta la camorra”.

Armato sottolinea che “Le forze dell’ordine e la magistratura hanno ottenuto, in questi ultimi anni, importanti risultati, con arresti eclatanti. E’ fondamentale continuare su questa strada e rafforzare le misure mirate alla lotta contro i clan e le infiltrazioni nel tessuto sociale, imprenditoriale e anche politico”. “Lo Stato, le sue istituzioni, il ministro dell’Interno – ha detto la parlamentare democratica – possono fare di più, possono garantire maggiori risorse e strumenti sempre più adeguati per tutelare gli inquirenti e le forze dell’ordine – cui va tutto il nostro sostegno – per vincere contro la camorra e la criminalità organizzata, anche alla luce delle recenti rivelazioni sui legami con la rete islamica di Al Qaeda”.