Candido Avezzù, agente di polizia, muore di Covid a 58 anni. Era stato contagiato all’hotspot migranti di Taranto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Agosto 2021 - 08:27 OLTRE 6 MESI FA
Candido Avezzù, agente di polizia, muore di Covid a 58 anni. Era stato contagiato all'hotspot migranti di Taranto

Candido Avezzù, agente di polizia, muore di Covid a 58 anni. Era stato contagiato all’hotspot migranti di Taranto (Foto Facebook)

Un agente di polizia di 58 anni, Candido Avezzù, è morto per le complicanze legate al Covid lunedì 30 agosto. Era ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Jesolo dal 10 agosto. Secondo il sindacato della polizia di Stato, aveva contratto il coronavirus all’hotspot di Taranto, dove 33 migranti erano risultati positivi. 

Candido Avezzù, agente di polizia, muore di Covid a 58 anni

Candido Avezzù era originario di Padova ma viveva a Mestre e lavorava nel reparto mobile di Padova. Dal 13 al 23 luglio scorsi era stato in trasferta all’hot spot di Taranto. E lì, secondo i colleghi, avrebbe contratto il coronavirus. 

Avezzù avrebbe scoperto di essere positivo il 28 luglio, cinque giorni dopo essere tornato a casa. Il 10 agosto le sue condizioni sono peggiorate ed è stato ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Jesolo.

Risale a quel giorno anche il suo ultimo post sui social: “Entro in intensiva. Sulla lapide lo scudetto del 2 grazie. Grazie”, con riferimento al reparto della squadra mobile in cui lavorava. 

La denuncia del sindacato di polizia

“Un altro collega che ci lascia a causa di questo maledetto Covid”, le parole di Fabio Conestà, segretario generale del sindacato di polizia Mosap (Movimento sindacale autonomo di polizia). “Dal 13 al 23 luglio Candido Avezzù era in trasferta a Taranto, dove è stato impegnato presso l’hotspot che ospitava 300 migranti, 33 dei quali positivi. Denunciammo già all’epoca questa situazione e, a distanza di un mese, arrivano le terribili conseguenze: uno dei colleghi risultato positivo, ieri ci ha lasciato”. 

“Questo dovrebbe essere il momento del silenzio e della preghiera”, dicono ancora dal sindacato, “ma non possiamo tacere ci impongono assurde regole come il Green pass nelle mense e poi ci mandano al macello in mezzo alla folla negli hotspot a contagiarci e a mettere a rischio le nostre famiglie oltre che i nostri colleghi. Non sappiamo se il collega fosse o meno vaccinato ma al di là di ciò non è ammissibile permettere sbarchi in modo incontrollato in piena pandemia dopo averci schedato con certificazione verde anche per un caffè seduti in un bar. Vergognoso qualcuno dovrà assumersene le responsabilità”, conclude il Mosap.