Carabiniere la salva, bottiglia esplosa in casa le aveva tranciato la mano

di Caterina Galloni
Pubblicato il 1 Novembre 2020 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA
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Carabiniere salva la vita a una donna, ferita in casa dalla esplosione di una bottiglia di vetro.

Carabiniere eroe si dovrebbe dire. Certo, nel caso di Fabrizio Pacella, si deve dire intelligente nel capire l’emergenza in cui si trovava Federica Morelli. E rapido nell’azione di soccorso. È successo a Roma, a Trastevere. Quartiere dove nessun lockdown soffocherà la movida. E dove l’efficacia della dislocazione dei militari nel territorio ha trovato conferma in questo episodio di vita ordinaria. Se è vero, come riferiscono le statistiche, che gli incidenti domestici sono fra le cause primarie di morte, ecco un caso da manuale.

Il tempestivo intervento di Fabrizio Pacella, carabiniere in servizio nel quartiere di Trastevere, Roma, ha salvato la vita a una donna, Federica Morelli, che aveva subito un gravissimo incidente domestico. Un nuovo caso in cui un militare o sottufficiale dell’arma agisce dove l’apparato di soccorso non funziona.

Federica Morelli era rimasta ferita a un polso dall’esplosione di una bottiglia di vetro. Che le era scoppiata letteralmente in mano non si sa bene ancora perché. E aveva così riportato una profonda lesione con grave emorragia arteriosa.

I vicini di casa sentendo le urla della Morelli sono accorsi in suo aiuto.
La mano era quasi completamente staccata dal polso. Sembrava fosse stata colpita di netto con un’accetta.

Dopo 20 minuti dalla chiamata l’ambulanza non era ancora arrivata e ormai la situazione era diventata ingestibile.

Per grande fortuna della donna in quel momento era di servizio in zona l’appuntato scelto Fabrizio Pacella, che avendo capito la gravità del caso con l’auto di una pattuglia arrivata tempestivamente ha scortato a sirene spiegate la macchina su cui era a bordo Morelli, ormai quasi priva di conoscenza, al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma, quello sull’Isola Tiberina.

Pacella ha trasformato una possibile tragedia in una storia a lieto fine.

Nel quartiere romano di Trastevere è conosciuto per la sua disponibilità, la generosità nei confronti degli “ultimi”.

Il carabiniere, che qualche anno fa è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere, si prodiga per i bisognosi, gli anziani, i senza tetto, nel tempo libero collabora con Don Gianni, il cappellano di San Cosimato, nell’ospedale Nuovo Regina Margherita.