Carabiniere morto dopo partita di calcetto, caso archiviato come infarto ma aveva lesioni interne: aperte due inchieste

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Luglio 2021 - 13:23 OLTRE 6 MESI FA
Carabiniere morto calcetto

Carabiniere morto dopo partita di calcetto, caso archiviato come infarto ma aveva lesioni interne: aperte due inchieste

La famiglia di Eugenio Fasano, il maresciallo dei carabinieri morto il 24 gennaio del 2019 dopo una partita di calcetto, ha chiesto che venga aperta un’inchiesta sul decesso del 39enne. Il caso era stato archiviato come arresto cardiocircolatorio, ma per i suoi cari c’è qualcosa che non torna: aveva infatti costole fratturate, un’arteria rotta, un polmone e lo sterno perforato.

Carabiniere muore dopo la partita di calcetto: aveva costole fratturate

Una morte archiviata inizialmente come arresto cardiocircolatorio, anche se la famiglia ha sempre avuto dei dubbi su questa versione. La famiglia del carabiniere vuole sapere se la morte per infarto del 39enne sia compatibile con le lesioni riportate nella cartella clinica: costole fratturate, un’arteria rotta, un polmone e lo sterno perforato.

Proprio dalle denunce della famiglia sono stati aperti due fascicoli. Come riportato da La Repubblica, uno è stato aperto dai magistrati, dell’altro se ne sta occupando la pubblico ministero Roberta Capponi.

Famiglia carabiniere chiede chiarezza sulla morte

Secondo quanto riportato dalla famiglia al quotidiano, dopo essersi sentito male sul campo di calcetto, il 39enne è stato prima soccorso sul posto da una dottoressa dell’Arma, poi portato al pronto soccorso, ma solo quasi due ore dopo essersi sentito male. Solo in seguito è stata avvisata la famiglia.

“In Pronto Soccorso capisco subito che è successo qualcosa di molto grave, in quanto era pieno di carabinieri in divisa e non, di ogni ordine e grado. Ma nessuno era stato in grado di dare le generalità di mio cognato”, ha spiegato la cognata dell’uomo. “Chiedevamo chi fossero i giocatori, dove si era giocata la partita, chi era l’arbitro, se il centro fosse dotato di servizio medico e di defibrillatore. Ogni tentativo è stato vano”.

Eugenio Fasano due giorni dopo è morto, nonostante i tentativi dei medici di salvargli la vita. Il quadro clinico era gravemente compromesso, e il 39enne era arrivato in ospedale già in condizioni critiche. La morte è stata archiviata come decesso per arresto cardiocircolatorio. Una versione che però non convince la famiglia che vuole chiarezza.