Carabinieri arrestati. Accusa: davano info a criminali

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2016 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA
Carabinieri arrestati. Accusa: davano info a criminali

Carabinieri arrestati. Accusa: davano info a criminali

NAPOLI – L’accusa è delle peggiori: alcuni presunti criminali avrebbero pagato mazzette a due carabinieri per avere informazioni riservate anche riguardo a operazioni anti crimine. Scrive l’Ansa che è quanto ha scoperto il Nucleo Investigativo dei carabinieri di Napoli che oggi ha notificato 5 arresti e un divieto di dimora ad altrettante persone, tra cui figurano 3 pregiudicati ritenuti legati ai clan Polverino, Nuvoletta e al gruppo emergente degli Orlando, attivi nella zona di Marano (Napoli), a una persona che faceva da intermediario e ai due militari coinvolti.

Le persone finite in cella, prosegue l’Ansa, sono il carabiniere Angelo Cantone, 35 anni, e Angelo Di Maro, 37 anni; Francesco Sepe, 49 anni, (che si trovava ai domiciliari) e Massimo D’Onofrio, 42 anni. Il gip ha disposto i domiciliari per l’uomo ritenuto l’intermediario, Domenico De Martino, 68 anni mentre per l’altro carabiniere, Francesco Papa, 36 anni, è stato deciso il divieto di dimora a Napoli, Caserta e nelle rispettive province. L’Arma dei carabinieri ha sospeso immediatamente i due militari coinvolti nell’inchiesta: si tratta di un carabiniere semplice e di un graduato.

Il Nucleo Investigativo di Napoli – viene sottolineato dall’Ansa – ha messo in campo ”tutte le azioni finalizzare a estirpare le presunte ‘mele marce’ dall’Arma”. I pregiudicati finiti in carcere, prosegue l’agenzia, si occupavano prevalentemente di traffico di sostanze stupefacenti mentre l’intermediario si stava operando per agevolare il trasferimento di uno dei due carabinieri coinvolti nell’inchiesta, partita nel 2015 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nel Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna (Napoli), competente per le indagini sulla criminalità nella zona di Marano. Le informazioni riservate, recuperate anche attraverso accessi illeciti alle banche dati delle forze dell’ordine. I reati contestati sono tutti aggravati dalle finalità mafiose. Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati 80 chilogrammi di droga, tra hashish e marijuana, una pistola a salve calibro 9 e 4890 euro in contanti.