Benevento. S’impicca in cella dopo neanche due mesi di carcere

di Paolo Riva*
Pubblicato il 9 Aprile 2010 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA

È durata meno di due mesi la permanenza di un collaboratore di giustizia nel carcere di Benevento. Entrato nel penitenziario il 12 febbraio e in attesa di giudizio, l’uomo si è tolto la vita nella propria cella ed è divenuto il diciottesimo detenuto suicida dall’inizio dell’anno.

Una veduta del carcere di Benevento

La vittima, 39 anni di Napoli, era stato arrestato nel corso di una retata contro lo spaccio di sostanze stupefacenti, aveva deciso di collaborare con la giustizia ed era stato incarcerato alla casa circondariale di Benevento in attesa del processo. La struttura però, come molte altre in Italia, era e rimane sovraffollata con quasi 400 detenuti per 240 posti regolamentari e il detenuto è riuscito ad impiccarsi con una calzamaglia senza che nessuno si accorgesse dell’accaduto.

“La carenza di personale di polizia penitenziaria (ben 6 mila unità), di educatori  di psicologi e di personale medico specializzato e il pesante sovraffollamento dei carceri italiani sono temi che si dibattono da tempo, senza soluzione, e sono concause di questi tragici episodi” ha dichiarato il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. “Il fenomeno dei suicidi in carcere  – prosegue la nota rilasciata dall’organismo sindacale – ci preoccupa come ci preoccupano la grave rivolta di Porto Azzurro e le continue aggressioni a poliziotti penitenziari”.

Nel carcere dell’Isola d’Elba, infatti, una quarantina di detenuti ha sequestrato due agenti di polizia penitenziaria per alcune ore, mentre lo stesso giorno un gruppo di detenuti del reparto malati e infermi di Rebibbia ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni della loro reclusione. Infine, meno di ventiquattrore dopo è arrivata la denuncia di alcuni parlamentari radicali del disastroso stato in cui versa l’Ucciardone di Palermo.

Il suicido di Benevento, quindi, è l’ultimo di una catena di eventi che, ancora una volta, evidenzia le pessime condizioni del sistema carcerario nazionale. “Ad oggi, i detenuti in Italia sono 67.043, almeno 24.000 in più rispetto alla capienza prevista – aveva dichiarato solamente la settimana scorsa a Reporter Nuovo l’ex sottosegretario alla giustizia Luigi Manconi – Una buona soluzione per risolvere il problema potrebbe essere ridurre il numero dei comportamenti considerati reati e quello dei reati che comportano la reclusione”.

*Scuola di Giornalismo Luiss