Celle pollaio: 600 giorni, 4800 euro risarcimento. Sfruttava prostitute minori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Settembre 2014 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA
Carcere sovraffollato, detenuto rimborsato: 5mila € e 10 giorni in meno di pena

Carcere sovraffollato, detenuto rimborsato: 5mila € e 10 giorni in meno di pena

ROMA – Dieci giorni in meno di carcere sui 6 anni già in parte scontati e un risarcimento di 4808 euro per il sovraffollamento che ha vissuto in prigione. Questo quanto spetta ad un detenuto albanese, condannato per sfruttamento della prostituzione minorile e altri reati, col nuovo decreto legge approvato a giugno per evitare che la Corte europea dei Diritti dell’Uomo sanzionasse l’Italia. Il decreto prevede che lo spazio abitativo per il singolo carcerato sia di 3 metri quadrati, al di sotto la detenzione è considerata tortura.

E così, scrive Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, il carcerato albanese sarà il primo a godere dell’applicazione del nuovo decreto:

“Il decreto legge introduce una riduzione di pena di 1 giorno di detenzione per ogni 10 giorni trascorsi in condizioni inumane, oppure il risarcimento di 8 euro al giorno se la detenzione si è già conclusa. Ad oggi, tuttavia, pur a fronte di parecchie migliaia di richieste già formulate dai detenuti in tutta Italia, molti uffici di Sorveglianza o non hanno ancora maturato un orientamento (come Milano e Napoli, che per priorità lavorano intanto sullo smaltimento delle istanze di «liberazioni anticipata» passibili di determinare l’urgente messa in libertà dei detenuti richiedenti); oppure stanno adottando – come a Vercelli – una linea restrittiva che sfocia in molte dichiarazioni di inammissibilità dei ricorsi”.

A Padova, Venezia e Genova la situazione è diversa:

“Nel caso esaminato dalla giudice di sorveglianza Linda Arata, un carcerato albanese condannato a 6 anni (per associazione a delinquere, prostituzione minorile, violenza privata e falsa testimonianza) lamentava tutta la propria attuale detenzione nella casa di reclusione di Padova. La giudice ha però circoscritto il titolo di risarcimento al periodo in cui si è ricostruito che il detenuto era stato in cella con altre due persone, situazione che faceva scendere lo spazio disponibile pro capite a 2 metri e 85 centimetri: misura nella quale la giudice, in dissenso dal ministero della Giustizia che ora ha fatto reclamo contro l’ordinanza, ha escluso il bagno «in quanto mero vano accessorio della camera detentiva», e «gli arredi inamovibili come l’armadio», conteggiando invece «letto e tavolino e sgabelli in quanto arredi che possono essere spostati»”.

Alla fine dei conti, il detenuto avrà uno sconto di 10 giorni sui 100 giorni di pena ancora da scontare:

“tolti i quali il detenuto è tornato in libertà il 2 settembre. Per gli altri pregressi «601 giorni di detenzione in condizioni di illegalità», la giudice ha «applicato il criterio di liquidazione residuale del risarcimento predeterminato dal legislatore» di 8 euro al giorno, per un totale quindi di 4.808 euro”.