NAPOLI – Secondo quanto riferisce Dario Stefano Dell’Aquila, portavoce di Antigone Campania e componente dell’Osservatorio nazionale sulla detenzione, lunedì notte si è tolto la vita nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa (Caserta) un internato romeno di 58 anni. L’uomo, recluso da circa otto anni, si è tolto la vita – aggiunge Dell’Aquila – impiccandosi nel bagno della propria cella, che divideva con altri internati.
”Questo e’ il secondo suicidio nel giro di quattro mesi – ha dichiarato Dell’Aquila – ed è, se possibile, un evento tragico che genera ancora più sconforto. A fronte, infatti, di una pubblica evidenza delle condizioni inumane e degradanti dei manicomi giudiziari e dei primi programmi di intervento, la situazione si mostra di una gravità irreversibile”. Nella struttura, che ha una capacità ufficiale di circa 180 posti, sono presenti circa 300 internati. In Italia sono presenti 6 OPG (Napoli, Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Castiglione delle Stiviere) che dipendono dal Ministero della Giustizia per la parte sulla sicurezza e dalle ASL per la parte sanitaria. Si tratta, sottolinea Antigone, di persone incapaci di intendere e di volere, autori di reato, che sono condannati ad una misura di sicurezza detentiva, prorogabile.
”Chiediamo con urgenza – ha concluso Dell’Aquila – all’amministrazione penitenziaria e all’ASL l’attivazione di risorse per garantire, nell’attesa che si realizzi un rapido percorso di chiusura e dimissione, così come definito dalla commissione parlamentare di inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario presieduta da Ignazio Marino. Registriamo nell’OPG di Aversa, tra malattia e suicidi, una impressionante sequenza di morti che è indispensabile arrestare”.