Carceri italiane, sono oltre 14 mila i detenuti che lavorano

Pubblicato il 11 Gennaio 2011 - 21:46 OLTRE 6 MESI FA

Sono 14.116 i detenuti che svolgono un lavoro e rappresentano il 20,68% della popolazione carceraria. Se in numeri assoluti si può parlare di un leggero incremento rispetto al 2009 (13.408), c’è invece una diminuzione della percentuale dei detenuti lavoranti sul totale dei presenti (era 21,07 nel 2009): il che vuol dire che al consistente aumento della popolazione carceraria non è corrisposto un analogo incremento di chi è impegnato in un’attività lavorativa.

E il budget ”largamente insufficiente” assegnato per la remunerazione dei detenuti ha condizionato in particolare le attivita’ necessarie per la gestione quotidiana delle carceri (servizi di pulizia, cucina, manutenzione ordinaria) ”incidendo negativamente sulla qualità della vita all’interno dei penitenziari”. Il quadro emerge dalla relazione che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia ha inviato al Parlamento.

Al netto dei rimborsi dovuti all’Inail e all’Agenzia delle Entrate il budget è stato pari a 49.965.319 nel 2010 e se il numero dei detenuti addetti a queste attività- che rappresentano una fonte di sostentamento per la maggioranza della popolazione detenuta – è rimasto sostanzialmente lo stesso rispetto al 2009 (10.645) lo si deve soltanto al fatto che le direzioni degli istituti per mantenere un sufficiente livello occupazionale hanno ridotto l’orario di lavoro pro capite e effettuano la turnazione sulle posizioni lavorative.

Rispetto alle lavorazioni industriali è aumentato il numero degli addetti (612), grazie alle ”numerose commesse” concesse per la realizzazione delle suppellettili necessarie all’arredamento delle nuove sezioni detentive di prossima apertura. Mentre i detenuti assunti da imprese e cooperative, che godono così dei benefici fiscali e contributivi previsti dalla legge Smuraglia,sono 2058 (erano 1798 nel 2009).

Particolarmente significative le esperienze in atto a Padova, Milano Bollate, Torino, Monza e Massa dove ‘è forte la presenza di imprenditori che hanno assunto un significativo numero di detenuti per attività lavorative organizzate all’interno degli istituti”. L’esperienza di Napoli Secondigliano, dove è stato realizzato un impianto per il trattamento dei rifiuti solidi, sarà estesa presto a Roma Rebibbia, dove si sta procedendo alla formazione di un gruppo di detenuti. E l’intenzione è estendere l’attivita’ in istituti della Toscana, delle Marche e dell’Abruzzo. Iniziative sono state assunte anche nel settore delle bonifiche agrarie: le attivita’ avviate spaziano dall’orticoltura biologica alla frutticoltura in serra, dall’allevamento dei conigli alla fioricoltura, all’itticoltura e all’apicoltura.