Cardarelli: morto trasferito fingendo sia vivo e pazienti “raccomandati”

Pubblicato il 7 Marzo 2012 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – “Cacciane una, ho un’amica da operare”. E poi anche il paziente morto trasferito. E’ il contenuto di una conversazione  del 26 ottobre 2010, tra il primario del Cardarelli di Napoli, Paolo Iannelli e il medico Mario Chiantera, dalla quale emerge come Iannelli, dovendo ricoverare tale F. L.,  “si adoperasse per disporre le dimissioni di un’altra degente e ciò al solo fine di ottenere un posto letto da assegnare alla persona amica”. Ciò a dimostrazione, per i magistrati, che la questione delle liste di attesa “risulta nella assoluta disponibilità dello Iannelli che appunta utilizza e strumentalizza tale dato a suo piacimento”.

Iannelli a Chiantera: “Io devo ricoverare stamattina una signora. Vedi di liberare un posto letto, e la mettiamo a letto, capito? Cacciane una”. Dal 7 novembre 2010, partono convulse telefonate tra Iannelli, Maurizio e Staiano Annamaria. Quest’ultima si raccomanda: “Si chiama U.”. Iannelli avverte subito il medico in reparto, Chiantera, che lo aggiorna: “Ho fatto entrare U.”. E Iannelli: “Mario, aspettassero me, non devono fare niente”. Dal riscontro emerge che effettivamente il paziente U. è stato degente dal 6 al 9 novembre 2010. In tre giorni era stato operato e dimesso per “frattura chiusa del corpo di radio e ulna”.

Non solo. Trasportare un paziente già morto dalla clinica all’ospedale fingendo che sia ancora vivo, e nascondendo la verità anche ai suoi familiari: avrebbero fatto anche questo, secondo quanto riporta Campania Notizie, alcuni dei medici e paramedici coinvolti nelle indagini sulla sanità che hanno portato ieri a perquisizioni e arresti in Campania, Toscana e Piemonte.

Secondo quanto scrive Campania Notizie, l’uomo morto nella clinica Villa del Sole doveva subire un intervento per ridurre l’obesità ed è deceduto poco dopo essere entrato in sala operatoria. Scrive Campania Notizie: “Il cadavere venne fatto uscire dalla casa di cura privata in ambulanza, sotto gli occhi esterrefatti dei familiari, ai quali fu detto che aveva avuto una crisi cardiaca e per questo lo ricoveravano in ospedale. La salma fu portata al Cardarelli”.