Carlo Giuliani “feccia di strada”: giudice Bobbio condannato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2016 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA
Carlo Giuliani "feccia di strada": giudice Bobbio condannato

Carlo Giuliani “feccia di strada”: giudice Bobbio condannato

NAPOLI – Luigi Bobbio aveva definito Carlo Giuliani “feccia di strada”. Ora il giudice (ed ex politico) è stato condannato per aver offeso la memoria del ragazzo morto durante il G8 di Genova nel 2001. Bobbio aveva insultato Giuliani in un post su Facebook ed è stato condannato a otto mesi. Attualmente è giudice civile al tribunale di Nocera Inferiore.

Scrive Dario Sautto sul Mattino:

il giudice Procolo Ascolese del tribunale di Torre Annunziata ha ritenuto offensiva una sua frase pubblicata sul profilo pubblico di Facebook «Luigi Bobbio Due», da lui gestito secondo l’accusa rappresentata dalla pm Mariangela Magariello.

«Giuliani era una feccia di teppista di strada» è la frase comparsa sul social network dell’ex primo cittadino stabiese il 28 luglio del 2014. Un’affermazione segnalata ad un comitato e poi ad Adelaide Gaggio e Giuliano Giuliani, i genitori del 23enne, morto durante gli scontri del G8 di Genova nei pressi della stazione Brignole alle 17:27 del 20 luglio del 2001.

Di lì la decisione dei coniugi Giuliani di sporgere querela, la costituzione di parte civile affidata ai legali Gilberto Pagani e Liana Nesta, e oggi la sentenza contro Bobbio: 8 mesi di reclusione, pena sospesa, provvisionale da 5mila euro e risarcimento dei danni da stabilire in separata sede.

Aggiunge Fabrizio Geremicca sul Corriere del Mezzogiorno:

“Siamo molto soddisfatti di questa sentenza – commenta l’avvocato Nesta”. Aggiunge:”Durante il dibattimento il legale di Bobbio ha provato a sostenere che il profilo dal quale furono lanciati gli insulti fosse stato clonato, che a scrivere quelle parole non fosse stato l’ex senatore. Tentativo non riuscito, anche perché sarebbe stato ben strano che un magistrato, se davvero avesse subito un furto di identità informatica, non avesse presentato un esposto, una denuncia”.

Non è la prima volta che i genitori del ragazzo genovese ucciso 14 anni fa sono costretti a rivolgersi ad un tribunale, per tutelare la memoria del figlio. Lo avevano già fatto con Alessandro Sallusti, il direttore de Il Giornale, che versò 35.000 euro per evitare il processo. La somma è stata poi devoluta all’ambulatorio di Emergency a Ponticelli.