Carmela Cirella, suicida a 13 anni dopo gli stupri: nuova udienza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Giugno 2013 - 19:25 OLTRE 6 MESI FA
Carmela Cirella, suicida a 13 anni dopo gli stupri: nuova udienza

Carmela Cirella, suicida a 13 anni dopo gli stupri: nuova udienza

TARANTO – Una nuova udienza, i 3 stupratori maggiorenni davanti alla famiglia e alle associazioni che ricordano Carmela Cirella. Carmela aveva 12 anni quando venne stuprata più volte da 5 persone diverse. Carmela, non creduta, poi affidata ai servizi sociali, si uccise il 15 aprile del 2007 buttandosi dal balcone dell’abitazione di amici di famiglia, a Taranto. Il 21 giugno riprende il processo per i 3 imputati adulti per lo stupro di Carmela. I due minorenni, all’epoca dei fatti, hanno avuto la messa in prova. In sostanza è come se il tribunale avesse detto loro: “Non lo fate più”. A difenderla oggi è soprattutto il compagno della madre, che l’ha cresciuta, tanto che sui giornali Carmela viene spesso chiamata con il cognome dell’uomo: Frassanita.

A pesare, durante il processo, sarà anche il diario della ragazzina, diventato recentemente un graphic novel, un fumetto. Carmela aveva descritto le violenze subite, con nomi e cognomi. Repubblica ricorda la storia di violenza di Carmela:

Tutto parte da un primo tentativo di violenza, nel 2006. Sarebbe stato un marinaio: un caso senza prove, ha detto la giustizia, che ha archiviato per due volte di seguito. Fu però quell’episodio a spingere i servizi sociali del Comune a occuparsi di Carmela, che in verità aveva già un fascicolo aperto perché la storia sua e della sua famiglia era di quelle complicate. “Ho paura del dubbio perché ho visto Boogeyman” scrive la bambina. L’uomo nero. I servizi sociali la mandando in comunità. Torna a casa nei weekend. “Continuo a piangere. Voglio morire. Non vedo l’ora di vedere i miei”. Carmela non sta bene. In comunità, ma non solo. E’ da casa, quartiere popolarissimo di Taranto, che scappa nel novembre del 2006. Quattro giorni. Novantasei ore durante le quali Carmela viene stuprata tre volte. Prima un minorenne, che l’avrebbe poi consegnata a un 50enne che però oggi, a processo, nega tutto. Nega di averla violentata, come sostenuto invece dalla Procura. “Era nudo e diceva che voleva ballare”, ricorda la bambina nei suoi appunti. Carmela riesce a scappare e chiede aiuto a un suo amichetto: “Volevo restare abbracciata a lui”. Invece con la forza la costringeva al letto. Scappa per strada e viene fermata da due ragazzi siciliani, di 26 e 27 anni. Sono di Acireale. Sono ambulanti. E vendono statue. È proprio sul loro camper, vicino a una Venere di gesso, che abusano contemporaneamente (abuserebbero: anche loro sono a processo, in attesa di giudizio) della ragazzina. Soltanto dopo l’ennesima violenza, Carmela torna a casa. In condizioni pietose. Al pronto soccorso capiscono tutto. Gli psicologi fanno il resto. Torna in comunità. Il padre sostiene che lì le abbiano prescritto farmaci sbagliati, senza autorizzazioni. La madre invece preferisce il silenzio. Le basta la foto della figlia. “Ma pretendo giustizia”.