L’ostaggio che ha sfidato Luigi Martinelli: “Spari? Non hai il coraggio”

Pubblicato il 4 Maggio 2012 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

ROMANO DI LOMBARDIA (BERGAMO) – C’è stato un momento, il 3 maggio, che Carmine Mormandi, l’impiegato dell’Agenzia delle Entrate preso in ostaggio da Luigi Martinelli, ha tentato l’azzardo cercando lo scontro frontale con il sequestratore: mentre Martinelli ordinava a tutti di stare seduti, lui è uscito dal banco e lo ha sfidato: “Perché, se non obbediamo che fai, ci vuoi sparare? Hai il coraggio?”. A quel punto Martinelli, armato di fucile e due pistole, ha caricato il fucile a pompa, l’ha per un attimo puntato sulle gambe di Mormandi, poi l’ha alzato e ha sparato. Per fortuna sul soffitto. Poi ha detto: “Adesso avete capito, state tranquilli e non faccio male a nessuno”. E di fatti quello sarebbe rimasto l’unico colpo esploso negli uffici dell’Agenzia delle entrate di Romano di Lombardia, dove l’incubo per gli ostaggi e per l’ultimo rilasciato Mormandi sarebbe finito non prima di sei ore dopo.

Mormandi spiega ora che ha tentato di far reagire Martinelli perché l’uomo, un ex titolare di una piccola azienda di pulizie, è sempre apparso calmo. “Per questo – dice Luigi Mormandi – mi sono azzardato a parlargli in modo un po’ più brusco, ho avuto la sensazione che sarebbe crollato, che avrebbe desistito”. Tanto era calmo Martinelli che ha permesso a Mormandi di inviare anche due sms alla compagna Tania per fire: “Sto bene” e “Sta finendo, lui mi controlla…”.

Ancora non si sa cosa abbia spinto realmente Martinelli a entrare nell’Agenzia delle Entrate e barricarsi dentro che gli ostaggi per oltre sei ore. Quando è uscito e si è arreso ripeteva solo: “Voglio parlare con Mario Monti. Mario Monti mi deve ascoltare, lo spiego a lui che ormai è impossibile campare”.