Carnevale, Mussolini e Hitler per le vie di Roma: dopo le polemiche, il Comune blocca la manifestazione

*Scuola di Giornalismo Luiss
Pubblicato il 11 Febbraio 2010 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

Potrebbe accadere domenica prossima per le strade dell’Appio Latino. In occasione del Carnevale, infatti, l’associazione romana Arte Musica e spettacolo ha promosso una discussa sfilata con le maschere delle coppie più famose della storia tra cui anche Adolf Hitler, Eva Braun, Benito Mussolini e Claretta Petacci. E la polemica è esplosa.

Adolf Hitler e la compagna Eva Braun.

Susanna Fantino, esponente del centro sinistra e presidente del municipio in questione, a Repubblica, si è immediatamente detta “contrariata, amareggiata e offesa: come è possibile sdoganare questi personaggi, soprattutto agli occhi dei bambini?”. Per tutta risposta, il presidente dell’associazione organizzatrice Enzo Longobardi ha dichiarato di rinunciare ai controversi costumi, ma anche di avere l’autorizzazione del Gabinetto del sindaco.

E così è arrivata anche la smentita di Alemanno che ha definito “di pessimo gusto” l’iniziativa e ha precisato di non aver ancora concesso “alcuna autorizzazione. Tuttavia, ho dato disposizione agli Uffici per proibire l’esibizione di queste maschere”.

Quando la questione pareva conclusa, però, sono arrivate nuove accuse da un comunicato di Fantino: manifestazione non solo confermata da una richiesta di occupazione del suolo pubblico, ma anche finanziata con 225mila euro comunali, “mentre i municipi sono in esercizio provvisorio, con gravi difficoltà nel garantire ai propri cittadini i servizi essenziali”. “Polemiche infondate” ha ribattuto l’ufficio stampa del Comune, precisando che il finanziamento ammonta invece a 100mila euro Iva compresa e assicurando che le maschere non ci saranno.

In attesa di scoprire la verità, rimane il commento lapidario del presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman che, indipendentemente dalla sua realizzazione, ha definito la trovata “una carnevalata di cattivo gusto”.

Paolo Riva*