Carola Rackete, il suo avvocato: “E’ libera, arresto non convalidato. Se vuole può tornare in Germania”

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2019 - 14:34| Aggiornato il 21 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

Carola Rackete (Foto Ansa)

AGRIGENTO – Carola Rackete “è libera, non è stato convalidato alcun arresto, se vuole tornare in Germania…”: lo ha chiarito l’avvocato Alessandro Gamberini, legale del comandante della Sea Watch 3, interrogata in procura ad Agrigento nell’ambito del primo procedimento a suo carico che ipotizza i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra. “Lei non è più capitana della Sea Watch, c’è stato un cambio di equipaggio. Del resto, fa anche altro nella vita…”, ha aggiunto l’avvocato. 

“Cosa penso di Salvini? Nulla”: queste le uniche parole di Rackete alle domande dei giornalisti.

“Che il clima di odio ci sia e venga alimentato da dichiarazioni aggressive, irresponsabili e false, come quelle che il ministro Salvini ha presentato nei suoi profili social, è pacifico”, ha aggiunto Gamberini. “Un conto è che lo faccia uno al bar, un altro è se arrivano da un uomo che ha responsabilità istituzionali. In questo senso noi crediamo che questo abbia una valenza istigatoria. Crea come un grande macigno buttato nello stagno, grandi ripercussioni”.

Gamberini ha aggiunto: “Il ministro degli Esteri dice espressamente che la Libia non è un porto sicuro. Questo esigerebbe, se fossimo in una situazione coerente, che i Paesi europei si obbligassero a presidiare le acque Sar libiche. Criminalizzare le associazioni umanitarie per quello che dovrebbero fare i Paesi europei è una cosa incoerente, una vergogna. La motovedetta libica che si è avvicinata esibiva un’insegna del comandante di una milizia ed è una cosa documentata”. 

Carola, i dubbi dell’Onu

Sul caso di Carola Rackete ha acceso un faro anche l’Onu. Cinque esperti indipendenti delle Nazioni Unite hanno espresso “grave preoccupazione” per i procedimenti di detenzione e penali in Italia contro la giovane tedesca e hanno denunciato gli attacchi da parte dei media, ma anche del ministro dell’Interno Matteo Salvini contro la giudice che ha stabilito il rilascio della capitana della Sea Watch 3.

“Esortiamo le autorità italiane a porre immediatamente fine alla criminalizzazione delle operazioni di ricerca e soccorso. Salvare migranti in pericolo in mare non è un crimine“, affermano gli esperti in un comunicato congiunto pubblicato a Ginevra.

Il procedimento contro Rackete potrebbe avere “un effetto paralizzante sui difensori dei diritti dei migranti e sulla società civile nel suo insieme”, ha affermato l’esperto Michel Forst, relatore speciale sui difensori dei diritti umani. Dalla sua decisione di rilasciare Rackete – ricorda il comunicato – la giudice è stata attaccata dai media e criticata dal ministro degli interni Salvini.

Secondo l’esperto Diego García-Sayán le accuse da parte delle autorità del potere esecutivo contro un giudice che ha soddisfatto una norma consolidata del diritto internazionale pubblico sul dovere di soccorrere persone in pericolo in mare costituiscono “una grave violazione dei principi di indipendenza della magistratura e la separazione dei poteri. Il dovere di rispettare e conformarsi a sentenze e decisioni della magistratura costituisce un necessario corollario del principio della separazione dei poteri”.

“Dichiarazioni pubbliche e attacchi personali da parte di personaggi politici di alto rango sono una grave interferenza nell’autonomia dei singoli giudici, e possono avere l’effetto di ostacolare l’autorità del potere giudiziario come un ramo autonomo del potere dello Stato”, ha aggiunto. (Fonti: Ansa, Agi)