Caserta, mozzarelle contraffatte. Allevatori intercettati: “Il latte ha 6 giorni, ci mischiamo un po’ di soda”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Febbraio 2017 - 10:01 OLTRE 6 MESI FA

CASERTA – Contraffazione del marchio DOP per la mozzarella di bufala e latte adulterato utilizzato durante il ciclo produttivo. La Guardia di finanza di Marcianise ha eseguito dieci provvedimenti cautelari emessi dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura, nei confronti di amministratori e soci di tre noti caseifici attivi tra Caserta e Napoli e nei confronti di titolari di un allevamento bovino e Bufalino della provincia di Caserta.

Le indagini, condotte della Guardia di Finanza con l’ausilio dell’Asl, hanno evidenziato un vero e proprio sistema che criminoso finalizzate all’adulterazione di prodotti lattiero caseari e alla contraffazione della denominazione di origine delle mozzarelle di bufala campana attraverso l’uso del ciclo produttivo di un additivo non autorizzato, nonché il mancato rispetto di vigenti con protocolli sanitari a tutela dei consumatori e delle indicazioni tecniche del disciplinare del consorzio di tutela del marchio dopo della mozzarella di bufala campana.

Dalle indagini è emerso che le persone coinvolte commercializzavano mozzarella di bufala con marchio DOP contraffatto in quanto prodotto con l’aggiunta di latte vaccino (spesso inacidito a causa del lungo tempo trascorso tra il momento della mungitura la lavorazione finale), adulteravano sistematicamente il latte usato per la produzione, per mascherare il processo di invecchiamento e acidificazione, aggiungendo alla materia prima dell’idrossido di sodio (cosiddetta soda caustica), prodotto potenzialmente dannoso per la salute pubblica, ponevano dolosamente in commercio prodotti caseari realizzati con il latte cosi’ adulterato e in alcune occasioni avevano acquistato ed immesso nel processo di produzione del latticini, anche latte proveniente da allevamenti non indenni da tubercolosi senza la venuta adozione delle cautele imposte al protocollo sanitario normativamente previsto.

“Un’altra volta con la puzza di bruciato dentro..l’hai mischiato il latte non è quello là”. E’ una delle intercettazioni tra un acquirente e un venditore in merito all’adulterazione di latte di vaccino crudo contenute nell’ordinanza a firma del gip di Santa Maria Capua Vetere Alessandra Grammatica.

“Eh, il latte di una settimana – risponde il venditore – tenevo ancora il latte di una settimana neh Salvatò”. “Antò – riprende l’acquirente – ha fatto la monnezza sopra, il siero è quagliato nel giro di un quarto d’ora si è quagliato subito, ho riscaldato un pò di latte e si quagliato. Quando lo mastichi, ti fa quella cosa di bruciato alla gola. A me queste cose qua non le posso fare. Tu è inutile che mi racconti fesserie…mi fai mettere il latte insieme a quell’altro. Io avevo altri venti quintali da là…mi ha ubriacato anche quell’altro…”.