Caserta, prostitute costrette ad abortire con riti woodoo nella clinica degli orrori

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2017 - 14:15 OLTRE 6 MESI FA
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Caserta, clinica degli orrori: prostitute costrette ad abortire con riti woodoo

CASERTA – Non solo costrette a prostituirsi e ad offrirsi ai clienti per rapporti non protetti, ma anche ad abortire se restavano incinte. Vittime di tutto questo alcune donne africane, che venivano sottoposte ad aborti a dir poco improvvisati in quella che è stata definita dal Mattino la “clinica degli orrori”. Si tratta di un “bugigattolo” trasformato in una sorta di ambulatorio in via Buonarroti a San Cipriano di Aversa, in provincia di Caserta.

Il medico nigeriano che la gestiva, praticando gli aborti forzati, Friday Ewunoragbon, in Italia con regolare permesso di soggiorno, è stato arrestato. E’ accusato di aver praticato gli aborti perché al servizio della mafia nigeriana che imperversa sul Litorale Domitio.

I primi fatti risalgono ad almeno un anno fa. Avvenne allora, ricorda Mary Liguori sul Mattino, la prima irruzione della polizia dentro l’ambulatorio, dove venne rinvenuto un feto. Quella scoperta portò ad approfondimenti d’indagine che hanno condotto all’epilogo di questi giorni.

Racconta il quotidiano campano:

 

quando i carabinieri sono arrivati in via Buonarroti, rinchiuse dentro il tugurio degli orrori c’erano due ragazze terrorizzate che da poco avevano subito, contro la loro volontà, pratiche approssimative finalizzate all’aborto. Una delle due, purtroppo, aveva già perso il bambino, mentre l’altro feto era ancora in vita. Le due ragazze sono state immediatamente soccorse e trasferite in ospedale. Entrambe hanno riferito di essere state costrette dalle «madame», le donne che le tengono in schiavitù e le obbligano a prostituirsi, a «disfarsi del bambino». Il motivo di un simile ordine è intrinseco nel rapporto che c’è tra le «mami» e le ragazze. Le prime, dirette referenti della mafia nigeriana, sono le carceriere delle giovani che arrivano in Italia con la speranza di una vita migliore ma si ritrovano poi obbligate a vendere il proprio corpo per strada. Violenza, stupri punitivi, torture psicologiche attraverso i riti wodoo sono solo alcuni dei mezzi che vengono utilizzati per «piegare» le ragazze che si ribellano.