Caso Meredith: il Pm potrebbe chiedere una nuova perizia sul Dna

Pubblicato il 6 Settembre 2011 - 22:35 OLTRE 6 MESI FA

PERUGIA, 6 SET – Il consulente della difesa di Raffaele Sollecito parla di ''procedure non corrette'' seguite dalla polizia scientifica nell'esame delle tracce di Dna e a suo avviso e' ''piu' che forte'' il sospetto di una contaminazione del gancetto del reggiseno di Meredith Kercher. Nessuna contaminazione e risultati esatti, replicano i consulenti del pm.

Uno di loro, Giuseppe Novelli va oltre, sostenendo che le tracce sul coltello potrebbero essere nuovamente analizzate utilizzando i kit di ultima generazione. ''C'e' bisogno di una nuova perizia – dice – da parte di un esperto che abbia esperienza dalla biostatistica alle analisi di laboratorio''.

Se chiederla o meno dovra' deciderlo la procura generale. La possibilita' che i magistrati possano sollecitare altri accertamenti appare comunque un'ipotesi piu' che concreta.

L'istanza potrebbe essere presentata gia' nell'udienza di domani, al termine della deposizione dei consulenti della difesa di Amanda Knox. Un ultimo scontro, forse, tra pm e difese prima che la Corte dichiari chiuso il dibattimento per dare avvio a requisitoria e arringhe, approdando quindi alla sentenza.

Oggi intanto la biologa della polizia scientifica Patrizia Stefanoni e' tornata a difendere il lavoro svolto nelle indagini, escludendo la contaminazione ''come fatto oggettivo''. Per poi ribadire quindi che ''e' provata'' la presenza del Dna di Sollecito sul gancetto del reggiseno.

''Niente – sottolinea – e' stato portato dall'esterno nella camera dove venne uccisa la Kercher''. Riguardo all'ipotesi dei periti della polvere come origine della contaminazione rivendica che questa ''si posa dovunque'' ma sulle 133 tracce analizzate ''non sono mai stati trovati altri profili se non quelli degli imputati e della vittima mentre nella casa abitavano anche altre ragazze''.

Casa tornata, ora, ad essere abitata da una famiglia di stranieri mentre quattro studenti marchigiani hanno preso in affitto quella sottostante. E questi ultimi rivelano oggi al Tg2 di pagare un prezzo ''un po' piu' basso'' proprio perche' si tratta della palazzina nota per l'omicidio Kercher.

''Per la contaminazione – ribadisce intanto in aula il professor Novelli – va sempre dimostrata l'origine e chi l'ha provocata''. Il docente, di genetica umana all'Universita' di Tor Vergata, spiega poi di avere esaminato ''uno a uno'' le centinaia di Dna lavorati nei laboratori della scientifica nei giorni delle analisi sul delitto di Perugia ''ma di non avere mai trovato evidenza di contaminazione''. ''E il profilo attribuito alla Kercher sul coltello – aggiunge – e' certo''.

''Lavoro di assoluta onesta' e precisione – sottolinea il pm Manuela Comodi – che ha rappresentato con oggettivita' quanto trovato nel corso delle analisi. Anche gli aspetti meno gratificanti per i suoi risultati''.

Un lavoro attaccato duramente invece dal professor Adriano Tagliabracci, consulente della difesa Sollecito, il quale spiega di ''aderire'' alle conclusione dei periti che hanno ritenuto ''non attendibili'' i risultati ottenuti dalla scientifica sulle tracce di Dna.

A suo avviso le procedure seguite ''non sono corrette'' e per il gancetto ''spostato e repertato 46 giorni dopo il ritrovamento e' piu' che forte'' il sospetto della contaminazione''. Per la traccia, mista, attribuita a Sollecito – afferma Tagliabracci – ''non e' stata eseguita l'amplificazione anche se era 'low copy number', cioe' a basso contenuto di Dna. E in queste condizioni il dato non e' affidabile''. Nella lettura degli elettroferogrammi – aggiunge – ''non e' stato tenuto conto di regole elementari''.

''Sembra quasi – ha sostenuto il professor Tagliabracci – che alcune interpretazione siano state piegate alle esigenze dell'accusa''. Una contrapposizione per la quale Amanda, secondo i suoi difensori, sarebbe ''molto disorientata''. Domani, forse, l'ultima battaglia prima che il processo si chiuda.