Caso Moro, 007 in via Fani. Gero Grassi: verificare. Giovanni Pellegrino: bufala

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Marzo 2014 - 19:20 OLTRE 6 MESI FA
Caso Moro, 007 in via Fani. Gero Grassi: verificare. Giovanni Pellegrino: bufala

Via Fani, 16 marzo 1978 (LaPresse)

ROMA, 24 MAR – Le dichiarazioni dell’ispettore di polizia Enrico Rossi (due 007 a bordo di una Honda durante il rapimento di Aldo Moro in via Fani) “vanno certamente verificate ma non abbattute a priori”, ha dichiarato Gero Grassi, vicepresidente dei deputati pd, promotore della commissione d’inchiesta sul caso Moro, che pochi giorni fa ha pubblicato proprio sul sequestro e sull’assassinio del segretario dc un dossier di 400 pagine.

“Se Tortora fosse innocente? Così scriveva Enzo Biagi subito dopo l’arresto del noto presentatore. Sul caso Moro è bene la prudenza rispetto alle nuove vicende ma questo atteggiamento non può e non deve essere di stagnazione. L’Italia ha bisogno di verità e la verità dovrebbe indurre tutti a non seguire tesi preconcette e a non dimenticare che quella verità non riguarda solo i giornalisti o la classe politica ma tutto il paese. Le dichiarazioni dell’Ispettore Enrico Rossi vanno certamente verificate ma non abbattute a priori. Se il signor Rossi dice bugie, penserà la Procura a provvedere nei suoi confronti ma se dicesse la verità? Qualcuno vuol preoccuparsi di un uomo che, con fatica e con enorme rischio, indica una pista che altri avrebbero dovuto cercare da anni? È lecito ipotizzare che quest’uomo stia vivendo ore drammatiche anche con la sua coscienza? È lecito pensare alla sua famiglia? Se dicesse la verità, lo Stato ha il dovere di intervenire e proteggerlo”

Grassi aggiunge: “Non so se le affermazioni di Rossi siano vere ma so, però, sulla base delle precedenti inchieste della Magistratura e delle diverse Commissioni parlamentari che la moto Honda e i due passeggeri sono un nodo giudiziariamente presente. I brigatisti hanno sempre sostenuto che oltre a loro non ci fosse nessuno.
È accertato che i colpi siano arrivati da entrambi i lati della strada, invece i brigatisti sostengono di aver sparato solo dal lato sinistro.
È accertato che la maggior parte dei bossoli non fossero identificabili, come avviene per quelli posseduti da apparati speciali.
È accertato che il colonnello Guglielmi fosse a duecento metri dall’eccidio: disse che andava a pranzo alle 9,30 da un amico ma l’amico stesso disse di averlo ricevuto a casa e mai invitato a pranzo.
È accertato che Guglielmi ed il generale Musumeci fossero iscritti alla P2 ed entrambi condannati per depistaggio sulla vicenda della strage della Stazione Ferroviaria di Bologna.
La vedova del maresciallo Leonardi e Alberto Franceschini delle Brigate Rosse sostengono che il colpo di grazia al maresciallo Leonardi sia stata una esecuzione, forse sparato da persona che il maresciallo conosceva.
È dimostrato che la pistola 7,65 posseduta dal brigatista Bonisoli non ha sparato: dunque chi ha ucciso il maresciallo, colpito appunto da una 7,65?
Infine, perché Alessio Casimirri, che ha partecipato alla strage di via Fani con la moglie Rita Algranati, a distanza di trentasei anni non è stato mai arrestato, unico brigatista, e lo Stato italiano non ha mai chiesto la sua estradizione dal Nicaragua? Anzi i servizi segreti, spendendo oltre un miliardo e mezzo di lire, sono andati a cercarlo e non si conosce ancora il motivo”. “Se tutto fosse vero? Qualcuno può verificarlo?”, conclude.

La pensa diversamente l’ex senatore Pci-Pds-Ds Giovanni Pellegrino, presidente della Commissione Stragi dal 1996 al 2001, intervistato da Repubblica:

”Questa storia degli 007 sull’Honda in via Fani mi pare una gran bufala. Di quelli che erano sul luogo del delitto, i due motociclisti furono di gran lunga i più pasticcioni di tutti, sparacchiarono nel mucchio e per poco non uccisero un cittadino che passava di lì in motorino, l’ingegnere Marini. Raimondo Etro, il militante della colonna romana delle Br, li definì ‘i due cretini dell’Honda’. Invece i terroristi furono precisi come cowboy nel Far West uccidendo la scorta e non Moro”. §

”L’ipotesi più credibile è che i centauri fossero esponenti del mondo dell’Autonomia in cerca di gloria”, dice Pellegrino. Quanto alle dichiarazioni dell’ex ispettore Rossi, ”al momento siamo di fronte a un anonimo al quadrato. Uno che dice di avere appreso queste notizie da una lettera apocrifa, che peraltro non risulta protocollata”.