Cassazione: a 40 anni non si può chiedere la paghetta per andare a divertirsi

Pubblicato il 20 Aprile 2010 - 14:15 OLTRE 6 MESI FA

Chi, a 40 anni, vive con i genitori perché non trova lavoro non può pretendere una “paghetta” per le spese non comprese nell’ordinario mantenimento di vitto e alloggio. È quanto ha stabilito la Cassazione, confermando la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione nei confronti di Tommaso M., quarantenne napoletano disoccupato, che viveva a casa dei genitori e pretendeva da loro i soldi per andare a divertirsi.

Davanti alle resistenze dei genitori, l’uomo non aveva esitato a picchiare l’anziana madre. Condannato per maltrattamenti in famiglia, lesioni a danno della madre e tentata estorsione, Tommaso ha protestato in Cassazione sostenendo che era “legittima” la sua pretesa “di ricevere denaro dai genitori, considerato che era privo di lavoro e, per lo stretto legame di parentela, aveva titolo per ottenere un contributo da parte dei genitori stessi”.

Ma la Corte gli ha risposto che “pur essendo pacifico il principio che l’obbligo dei genitori di concorrere al mantenimento dei figli non cessa con il compimento della maggiore età ma perdura finché il genitore non dia la prova che il figlio è indipendente economicamente”, rileva che in questo caso “le somme richieste con modalità violente” non servivano per il mantenimento di Tommaso. Che, dunque, va condannato perché non è “legittimo” pretendere ‘il di piu” per andare a divertirsi. E’ stata così confermata la sentenza emessa lo scorso 22 aprile dalla Corte di appello di Napoli.