La Cassazione sull’affido condiviso, i matrimonialisti: “Sanzioni ai genitori che ostacolano i rapporti tra i figli e l’ex”

Pubblicato il 22 Ottobre 2010 - 18:47 OLTRE 6 MESI FA

”Bene la sentenza della Cassazione sull’affido condiviso. Ora si diano sanzioni significative per i genitori che ostacolano il rapporto tra l’ex coniuge ed i figli”. E’ il commento degli avvocati matrimonialisti, secondo i quali ”con la sentenza numero 21718 la Suprema Corte ha finalmente posto un freno alle migliaia di ricorsi ad essa inoltrati per contestare le decisioni dei giudici di merito in ordine ai provvedimenti riguardanti l’affidamento dei minori”.

Secondo il presidente nazionale dell’Ami, Gian Ettore Gassani, ”è arrivato il momento di comprendere che l’affidamento condiviso non può più essere messo in discussione, dal momento che tale istituto dev’essere considerato la regola e non l’eccezione. Ancora oggi nel 40% dei casi di separazione e divorzio i coniugi configgono sulla legittimità dell’affidamento condiviso. Oggi per molti genitori i figli restano ancora un ‘bottino di guerra’; alla base di almeno il 70% dei fatti gravi che si consumano in famiglia vi è la loro contesa quale causa scatenante”.

”La legge sull’affidamento condiviso 54/2006 probabilmente stenta a decollare nel nostro Paese perché non è stato recepito da gran parte degli italiani il principio sacrosanto della bigenitorialità che, di contro, da anni ha preso piede in tutta Europa. Occorre altresì contemplare sanzioni significative e non soltanto simboliche a carico di tutti i genitori che, con l’alibi di tutelare i figli, frappongono ostacoli al naturale rapporto dei bambini con l’altro genitore”.

“Sebbene nell’80% dei casi i Tribunali diano attuazione alla legge sull’affidamento condiviso, continua Gassani, si può affermare che nei fatti tale legge resta una ‘scatola vuota’, priva di qualsivoglia contenuto, perché allo stato attuale i tempi concessi al genitore ‘non collocatario’ restano del tutto residuali e sovrapponibili ai tempi in cui vigeva l’affidamento esclusivo. E’ evidente che anche tra molti addetti ai lavori, avvocati e magistrati in primis, probabilmente non risultano chiari il significato e le finalitaàdella legge 54/2006 che ha introdotto l’affidamento condiviso in Italia”, conclude la nota.