“Qui serve un uomo”: secondo la Cassazione è diffamazione contro le donne

Pubblicato il 12 Marzo 2010 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA

Mai più espressioni del tipo “serve un uomo”. Si tratta, dice la Cassazione, di una vera e propria discriminazione nei confronti delle donne, passibile di condanna per diffamazione. Un’offesa a tutti gli effetti che fa scattare il risarcimento a favore del gentil sesso.

In questo modo la quinta sezione penale ha reso definitiva una condanna per diffamazione con tanto di cospicuo risarcimento nei confronti di un giornalista di un quotidiano di Caserta e del suo interlocutore, un sindacalista della Cisl, colpevoli di aver pubblicato un articolo sul carcere di Arienzo diretto da una direttrice donna, Carmela Campi, in cui si diceva testualmente “Carcere, per dirigerlo serve un uomo”.

Secondo la Cassazione l’articolo è stato ritenuto correttamente diffamatorio dalla Corte d’Appello di Salerno nel febbraio 2009 in quanto l’espressione “è riferita al solo fatto di essere una donna gratuito apprezzamento contrario alla dignità della persona perché ancorato al profilo, ritenuto decisivo, che deriva dal dato biologico dell’appartenenza all’uno o all’altro sesso”.