Cassazione: “Limitare al massimo il rischio rumore, altrimenti multa per gli imprenditori”

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 16:59 OLTRE 6 MESI FA

Il Palazzaccio, sede della Corte di Cassazione

Scatta la multa nei confronti degli imprenditori che non adottano tutte le “misure tecniche, organizzative e procedurali, concretamente attuabili” per limitare al massimo il “rischio rumore” a tutela della salute dei dipendenti. Lo sottolinea la Cassazione che ha confermato la sanzione penale di tremila euro di multa nei confronti di una imprenditrice irpina, Prudenza D.F., che aveva una società con sede legale a Nusco e stabilimento a Calitri, nel quale non aveva dotato “i banchi di lavoro in lamiera zigrinata di una protezione in guaina o altro materiale atto a limitare il rischio rumore”.

La donna – amministratrice unica del ‘Gruppo Coviello’ – è stata multata anche per non aver fatto verificare dai tecnici l’impianto elettrico di messa a terra. Per quanto riguarda l’esposizione al rumore, i supremi giudici (con la sentenza 35946) avvertono che, nonostante il susseguirsi di diverse normative, la mancata predisposizione delle dovute precauzioni continua ad essere un reato “non depenalizzato”, nemmeno dall’ultimo decreto legislativo in materia di lavoro dell’aprile 2008.

Lo stesso vale per l’omessa denuncia dell’impianto di messa a terra: le norme sono cambiate ma la sanzione penale è ancora presente nell’ultima disciplina in materia, il dpr 462 del 2001. Sconfitta, dunque, la linea difensiva dell’imprenditrice che sosteneva l’abrogazione dei reati a lei contestati. La Cassazione ha convalidato il verdetto di colpevolezza emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi nel giugno del 2009.