Cassazione: le molestie su lavoro vanno risarcite sempre, anche se non dannose

Pubblicato il 20 Maggio 2010 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA

Le dipendenti molestate sessualmente dal ‘capo’ sul posto di lavoro hanno diritto al risarcimento dei danni alla salute anche nel caso in cui le ‘avances’, pesanti e sgradite, non abbiano provocato danni seri dal punto di vista biologico ma ‘solo’ contraccolpi sulla sfera emotiva e della vita familiare di chi le ha subite. Lo sottolinea la Cassazione, con la sentenza 12318, confermando la condanna inflitta al proprietario di un autosalone che dovrà risarcire con 30 mila euro l’ impiegata da lui molestava in maniera “particolarmente odiosa”, tanto che la dipendente fu costretta a cambiare posto.

Senza successo, in Cassazione, il concessionario di auto ha contestando l’importo del risarcimento liquidato dalla Corte di Appello di Torino a Maria Antonietta M., la dipendente alla quale aveva reso la vita impossibile a furia di molestie. Il datore di lavoro, cercando di pagare di meno, ha fatto presente ai supremi giudici che la sua ‘vittima’ non aveva riportato danni fisici imputabili alle molestie.

Ma la Cassazione gli ha risposto che “correttamente” è stato calcolato l’importo di 30 mila euro in quanto pur essendo “lieve” il danno biologico rimane pur sempre “la particolare gravità ed odiosità del comportamento lesivo e quindi la sua notevole capacità di offendere i beni personali costituzionalmente protetti”.

Il datore, noto per aver molestato anche altre dipendenti, aveva creato un clima di “intimidazione” attorno alla sua ‘vittima’ provocando anche un “peggioramento delle relazioni interne al nucleo familiare” di Maria Antonietta.