Cassazione. Randagio aggredisce anziana, il Comune le deve i danni

Il randagismo è un problema dei Comuni e se questi non riescono a gestirlo devono prendersene le conseguenze. E’ quanto ha sentenziato la corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di una anziana signora aggredita da un cane randagio per strada, alla quale non era stato riconosciuto il risarcimento danni per mancato controllo da parte del Comune dalla Corte d’appello di Napoli. «Anche le persone anziane – si legge sulla sentenza – debbono poter circolare sul territorio pubblico, senza essere esposte a situazioni di pericolo, ed in particolare a quelle che l’ente pubblico è espressamente obbligato a prevenire, quali il randagismo».

La signora Anna si era rotto il femore cadendo, nel tentativo di difendersi dai morsi del cane. Aveva così citato il Comune per non avere preso provvedimenti contro il randagismo come previsto per legge a seguito anche di ripetute segnalazioni della presenza di cani per strada da parte dei cittadini.

Il tribunale aveva riconosciuto alla signora circa 33 mila euro di risarcimento danni. La Corte d’appello di Napoli, però, aveva ribaltato la sentenza escludendo la responsabilità della pubblica amministrazione. Secondo i giudici d’appello, infatti, la donna «quasi novantenne» era caduta «non a causa dell’ aggressione del cane ma solo per il timore di essere aggredita».

Una motivazione “illogica” per la terza sezione civile della Cassazione che ha annullato con rinvio la decisione chiedendo una nuova pronuncia. Secondo i supremi giudici, nella sentenza n. 10190, «la debolezza e la sensibilità della vittima alla vista del cane non rende il danno meno grave e ingiusto» né tanto meno lo l’eventuale «scarso controllo dei suoi movimenti».

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