Cassino, vescovo indagato per molestie. Pm: “Archiviazione”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Aprile 2016 - 14:22 OLTRE 6 MESI FA
Cassino, vescovo indagato. Accusa: "Molestie a seminaristi"

Cassino, vescovo indagato. Accusa: “Molestie a seminaristi”

CASSINO – Il vescovo Gerardo Antonazzo, della diocesi di Cassino, è indagato dopo la denuncia di presunte molestie sessuali subite da alcuni seminaristi. La Procura di Cassino ha aperto un’inchiesta nei confronti del vescovo di Cassino e il 3 aprile il pm ha chiesto l’archiviazione delle accuse nei confronti del prelato è per “difetto di querela”e smentito che le presunte vittime siano otto come affermato erroneamente dalla stampa. Intanto monsignor Antonazzo ha ribadito che le accuse nei suoi confronti sono totalmente infondate.

Il sito del quotidiano Repubblica  scrive che l’inchiesta è stata avviata dalla Procura lo scorso dicembre dopo una lettera firmata da un giovane seminarista:

“L’inchiesta era stata avviata nello scorso dicembre quando alla Procura di Casino era arrivata una lettera firmata da un giovane seminarista che raccontava delle presunte molestie che lui e altri 7 ragazzi, tutti maggiorenni, avrebbero subito parte del vescovo. Del procedimento è titolare il procuratore capo Luciano d’Emmanuele che nei giorni scorsi ha concluso le verifiche e ha chiesto il rinvio a giudizio. Gli atti sono stati inviati alla Santa Sede, per il vaglio di eventuali provvedimenti da adottare nei confronti del vescovo Antonazzo”.

Il vescovo della diocesi di Sora, Cassino, Aquino e Pontecorvo in una nota ha fatto sapere di trovare infondate le accuse nei suoi confronti:

“Sento il dovere di dichiarare la totale infondatezza delle accuse che mi vengono attribuite. Sono sorpreso e sconcertato. Posso, inoltre, assicurare che ad oggi non ho ricevuto alcuna comunicazione da parte delle autorità competenti circa l’esistenza di un’indagine a mio carico”.

La procura di Cassino ha chiesto l’archiviazione per il vescovo per difetto di querela. Il procuratore della Repubblica di Cassino, Luciano d’Emmanuele, ha anche precisato che il numero delle parti potenzialmente offese “non è di sette-otto”, così come riportato dalla stampa:

“Questo – scrive il procuratore in una nota – al fine della tutela di una corretta informazione e della posizione dell’indagato”.