Quirinale, Gifuni accusato di abuso d’ufficio e peculato per una villa al nipote nella tenuta di Castelporziano

Pubblicato il 4 Giugno 2010 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA

Gaetano Gifuni

Rischio processo per l’ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni, accusato di peculato, abuso d’ufficio e falso. La procura di Roma gli ha inviato l’avviso di chiusura delle indagini relative alle modalità di assegnazione, al nipote Luigi Tripodi, di una villa abusiva nella tenuta presidenziale di Castelporziano. L’avviso di garanzia sarà sottoposto al Gup che dovrà pronunciarsi in merito all’eventualità di un rinvio a giudizio dell’ex consigliere giuridico del presidente della Repubblica.

Il pm Sergio Colaiocco ipotizza che Gifuni abbia aiutato il nipote a ottenere nel dicembre 1993 un alloggio di servizio all’interno della tenuta presidenziale, una villa con oltre 180 metri quadri di giardino realizzata abusivamente nonostante la mancanza di permessi.

A Gifuni è contestato anche il peculato in relazione all’uso di “materiale acquistato dalla Tenuta” e destinato alla realizzazione di alcuni mobili (armadi e tavoli) e di una tettoia tettoia parasole per il suo appartamento privato in via Valadier, a Roma. Lavori realizzati da operai di Castelporziano in orari di servizio.

Rischiano il giudizio anche Tripodi, già capo del servizio tenute e giardini del Quirinale, e altre quattro persone coinvolte nell’inchiesta. Gli accertamenti su Tripodi sfociarono già in passato nell’emissione di un’ordinanza di arresti domiciliari – poi annullata – per essersi appropriato di quattro milioni di euro, fondi del Quirinale.

Tripodi secondo l’accusa avrebbe sottratto il denaro destinato a Castelporziano insieme all’ex direttore Alessandro de Michelis e ai cassieri, Gianni Gaetano e Paolo di Pietro. Episodio per il quale è accusato di peculato.

La vicenda si inserisce in un capitolo di indagini e richieste di rinvii a giudizio per la gestione della tenuta residenziale di Castelporziano, che emerse intorno alla fine dello scorso anno: ammanchi di cassa e abusi nella gestione del servizio Tenute e Giardini della Presidenza della Repubblica. Si parlava di sottrazioni ingenti di denaro per una cifra intorno ai 4 milioni di euro.