Catania, partorisce in coma e poi si risveglia: “Un miracolo di Wojtyla”

Pubblicato il 13 Aprile 2013 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA

CATANIA – Entra in coma, al settimo mese di gravidanza, per un aneurisma. I medici riescono a salvare il bambino e dopo il parto la donna si risveglia. Accade a Catania e la storia, raccontata da Repubblica, è quella di Ivana Grasso. “Abbiamo pregato per ore e ore, giorni e giorni, tutti i giorni… pregavamo insieme – racconta la donna – lui su sedeva accanto a me, sul letto, io sentivo la sua mano sulla mia fronte… è stato lui, Papa Wojtyla a salvarmi, lui ha salvato prima la mia bambina e poi me”.

Scrive Repubblica:

Ivana Grasso, parla abbracciata al marito, il volto smagrito e provato da un viaggio che lei definisce di andata e ritorno dall’aldilà. Sì, perché per tutti Ivana, un aneurisma arrivato all’improvviso, meno di un mese fa era spacciata. Lei, al settimo mese di gravidanza, in grembo la seconda figlia, è arrivata qui, nel reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi di Catania in coma profondo. Il ricovero, gli sguardi smarriti dei medici di fronte ad un dilemma che è una scommessa di vita o di morte. Salvare madre e figlia, forzando tempi e natura, utilizzando tecniche che però non pregiudichino la salute del feto.

Così, due giorni dopo il ricovero della madre, mentre lei è attaccata a tubi e macchine dei box della rianimazione, viene fatta nascere Rebecca Maria. E mentre la piccola, che pesa poco più di un chilo, continua a crescere dentro una incubatrice, sulla mamma ora il professor Sergio Pintadi, può giocare la sua nuova «scommessa ». La svolta arriva in un paio di settimane, Ivana esce dal coma. E, lentamente, si riprende. E lei che racconta ancora, ieri, mentre nella stanza del primario, che ha appena firmato le dimissioni della paziente, tutti piangono.

“Ho parlato incessantemente con papa Giovanni Paolo II. Appena mi sono addormentata – racconta – lui si è seduto accanto a me e mi ha chiesto di pregare la Madonna. Ogni giorno mi abbracciava… poi mi ha detto ora devo andare, non smettere mai di pregare”.