Catanzaro, trovato l’assassino di Francesco Pavone. Il movente sessuale

Pubblicato il 28 Ottobre 2009 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA

polizia3Un assassinio generato dalle insistenti avances omosessuali rivolte dalla vittima al suo carnefice. Dopo l’ampia confessione resa alla Polizia, è omicidio volontario aggravato dalle sevizie l’accusa che grava su Valdir Scalzo, 27 anni, nato in Brasile ma da sempre residente in Calabria, sottoposto a fermo di indiziato di delitto per l‘uccisione di Francesco Pavone, catanzarese di 34 anni, strangolato nel pomeriggio di domenica 25 ottobre nella sua casa in località Santa Domenica, a Catanzaro.

Il ventisettenne è finito in manette nel giro di 24 ore dall’assassinio, a seguito delle indagini condotte dagli uomini della Sezione omicidi della Squadra mobile della questura catanzarese, coadiuvati dai colleghi della Sezione antidroga. E proprio negli ambienti della tossicodipendenza i poliziotti hanno trovato la pista che li ha condotti a Scalzo, ricostruendo poi, anche grazie alle sue ammissioni, la dinamica dei fatti, che è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa tenuta dal questore di Catanzaro, Arturo De Felice.

Il presunto omicida, assuntore di droga senza fissa dimora e con problemi con la famiglia adottiva, ha incontrato Pavone sabato, dopo molti anni in cui non avevano avuto più contatti. Era stata la stessa vittima a lasciare a Scalzo il proprio numero di telefono, invitandolo a chiamarlo se avesse avuto bisogno di aiuto. L’indomani Scalzo avrebbe telefonato a Pavone chiedendogli ospitalità, e quest’ultimo sarebbe andato a prenderlo a piazza Matteotti, nel centro di Catanzaro, portandolo a casa sua. Qui l’indagato ha fatto una doccia e, subito dopo, avrebbe cominciato a subire i i tentativi di approccio del padrone di casa per convincerlo ad avere un rapporto sessuale. Il 27enne, sempre stando al suo stesso racconto, avrebbe respinto il padrone di casa con determinazione, ma lui avrebbe continuato ad insistere.

Ne sarebbe nata una colluttazione nel corso della Scalzo avrebbe colpito il 34enne con un coltellino, ferendolo al viso. L’ulteriore reazione di Pavone avrebbe scatenato infine la furia di Scalzo, che avrebbe strangolato la vittima con una cintura dopo che questa aveva colpito la testa a terra; poi avrebbe preso le chiavi della minicar del morto, e con il mezzo si sarebbe allontanato, girovagando a lungo prima di abbandonarlo a Settingiano (Cz), dove i poliziotti l’hanno ritrovato.

Gli uomini della Mobile hanno successivamente trovato l’indagato in una struttura che si occupa di tossicodipendenti, e lo hanno condotto in questura per il lungo interrogatorio al termine del quale, ieri sera, l’omicida avrebbe confessato, prima che il sostituto procuratore Vincenzo Capomolla, e il procuratore aggiunto Salvatore Murone, emettessero il fermo a suo carico. A questo punto si attende la convalida del provvedimento e l’emissione della misura cautelare che la Procura richiederà nei confronti di Scalzo.