Cavia umana, guadagni 800 euro in tre giorni ma…

di Spartaco Ferretti
Pubblicato il 25 Maggio 2016 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA
Cavia umana, guadagni 800 euro in tre giorni ma...

Cavia umana, guadagni 800 euro in tre giorni ma…

ROMA – Cavia umana, guadagni 800 euro in tre giorni ma…. Studi per 20 anni, prendi una laurea e cerchi un lavoro. Spesso non lo trovi affatto. Oppure lo trovi in un campo che nulla ha a che fare con la tua specializzazione. Quasi certamente, se trovi un lavoro, sarà sottopagato. Non ti consentirà di uscire di casa, di pagare un affitto, di accendere un mutuo. Allora che fare? C’è chi, a questa angosciosa domanda, ha dato una risposta certamente pratica ma inquietante: la cavia umana.

Sembra uno scenario da libro distopico invece è la realtà per 1400 cittadini italiani. Racconta infatti un documentato articolo pubblicato da La Stampa che per offrirsi come cavie

circa 1.400 volontari italiani si sono presentati nelle cliniche ticinesi negli ultimi 3 anni. «Sui siti web dei centri di sperimentazione farmacologica viene solitamente pubblicato un bando. Via mail si lasciano i propri dati e si risponde ad una specie di questionario.

Uno di questi 1400 è Fabio, 30 anni. Romano. Con problemi di soldi. Fare la cavia umana gli ha reso 800 euro in tre giorni. Tutto molto semplice:

“Sui siti web dei centri di sperimentazione farmacologica viene solitamente pubblicato un bando. Via mail si lasciano i propri dati e si risponde ad una specie di questionario. Si viene ricontattati via Whatsapp o sms per un primo screening in cui valutano sia il profilo fisico che mentale”, racconta Fabio.

«La mia prima volta è stata per testare nuove molecole su farmaci gastroprotettori già in commercio. Ho avuto soltanto vertigini e nausea. E in tre giorni ho guadagnato 800 euro».
Ma lo scorso gennaio a Rennes, in Francia, una cavia morì e altre sei riportarono gravi sintomi durante la sperimentazione di un analgesico. «Non posso dire di farlo per amore della ricerca scientifica. Lo faccio per mero guadagno», ammette Fabio. «Se mi sento una vittima? No, perché sono conscio di tutti i rischi e pericoli del caso».

Sempre la Stampa spiega che la pratica è diffusa ma che, almeno in teoria le cavie non andrebbero pagate. E invece…

In Italia i centri di sperimentazione sono localizzati soprattutto al Nord: Verona, Milano, Varese, Pavia e Como. Ma anche Catania, Cagliari e Pisa. I volontari vengono classificati per sesso, età e stile di vita. La maggior parte, circa il 75%, sono giovani tra i 19 e i 34 anni, soprattutto maschi. Molti sono studenti universitari. Nella selezione i non fumatori hanno maggiori probabilità di essere scelti.
Per legge i volontari non possono essere retribuiti. Viene riconosciuto un rimborso proporzionale alla durata dei test, da poche ore fino ad alcuni giorni. Le cifre corrisposte vanno da un minimo di 600 euro fino ad un massimo di 3 mila. Ogni volontario non può sottoporsi a sperimentazione più due volte l’anno. Per questo a ognuno viene attribuito un codice identificativo. Nel Canton Ticino, ad esempio, è il Comitato etico cantonale (l’organo competente per l’esame e l’autorizzazione dei progetti di ricerca sull’essere umano), che controlla e disciplina la sperimentazione dei farmaci.
La maggior parte dei farmaci testati sulle persone sono molecole di prodotti già sul mercato, ma per i quali si cerca di trovare nuove indicazioni terapeutiche. Gli studi su prodotti mai sperimentati sono in netta minoranza.