Cecile Kyenge, feci sul muro di casa. Razzismo? No. Il vicino: “Non raccoglie quelle del cane”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Aprile 2018 - 11:29 OLTRE 6 MESI FA
Cecile Kyenge, trovate feci di animali sul muro di casa. Razzismo? No. Il vicino: "Non raccoglie quelle del cane"

Cecile Kyenge, feci sul muro di casa. Razzismo? No. Il vicino: “Non raccoglie quelle del cane” (foto d’archivio Ansa)

GAGGIO DI CASTELFRANCO – Il vicino di Cecile Kyenge accusa l’ex ministra di non raccogliere la cacca del cane e “giustifica” così il lancio di feci contro la sua casa.

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L’imbrattamento con escrementi animali dei muri esterni dell’abitazione modenese dell’europarlamentare del Pd, Cecile Kyenge sarebbe legato a una sorta di ripicca tra vicini e non a un gesto razzista.

A confessarlo come riporta l’edizione locale e nazionale de Il Resto del Carlino è un residente di Gaggio di Castelfranco (Modena), dove ha casa l’ex ministro dell’Integrazione.

“Non si è trattato di atto xenofobo – rivela in condizione di anonimità al quotidiano – ma di un gesto di esasperazione verso un atteggiamento incivile. Me ne scuso, ma certe volte quando sale la rabbia cedi a reazioni spropositate. Perché l’ho fatto? Semplice: suo marito non raccoglie mai le deiezioni del loro cane di grossa taglia e all’ennesimo episodio non ci ho visto più dalla rabbia, ho rimosso le feci e le ho gettate nel giardino”.

Un comportamento, quello dell’uomo, che riconduce l’atto nel novero dei rapporti di vicinato e non nell’attacco diretto a Kyenge stigmatizzato, nei giorni scorsi, da più parti di ogni orientamento politico. “Finchè l’animale fa le sue cose in mezzo all’erba – racconta l’uomo – può anche passare, ma il discorso è diverso quando ci ritroviamo le feci sulla ciclabile o sulla strada dove camminiamo coi nostri bambini. E’ da tempo che accade la stessa cosa e sinceramente non sono l’unico ad essermi stancato”.

Giovedì scorso, ha raccontato, “camminavo sulla ciclabile, ero distratto e sono finito col piede dritto sui bisogni del cane. Poco più avanti c’erano altre sue ‘tracce’ e, come sempre, nulla era stato pulito. Ammetto che mi si è chiusa la vena, ho raccolto tutto e ho gettato l’escremento nel loro giardino sporcando anche il muro. Non è stato un bel gesto, lo so, ma non avete idea quante volte ci siamo ritrovati nelle medesime condizioni di disagio”.

Venerdì scorso, racconta ancora, “capita di nuovo. Questa volta ho mantenuto la calma, ho messo tutto in un fazzoletto e poi l’ho lasciato davanti al cancelletto della villetta. Personalmente – assicura – non sono mai entrato nel giardino della loro abitazione in nessuna delle due occasioni”.