Cellulari vietati, studenti in rivolta: chiedono nuove scuole e il “reddito di formazione“

Cellulari vietati, studenti in rivolta: chiedono nuove scuole e il “reddito di formazione “. Urge buon senso. Grane in vista per il ministro Bianchi

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 18 Settembre 2022 - 21:33 OLTRE 6 MESI FA
Cellulari vietati, studenti in rivolta: chiedono nuove scuole e il “reddito di formazione“

Cellulari vietati, studenti in rivolta: chiedono nuove scuole e il “reddito di formazione“

Cellulari vietati,  studenti in rivolta. Succede al Malpighi di Bologna ma potrebbe presto accadere in altri istituti scolastici più o meno famosi, del Belpaese. 

Professori e genitori sono d’accordo con la linea dura riconoscendo che “la tecnologia crea troppa dipendenza”. Oltretutto c’è una circolare ministeriale del 2017 che vieta i telefonini a scuola. Ma tant’è. Molti istituti tollerano per la buona pace delle aule e il divieto finisce in cavalleria. Comunque, al momento, Bologna non è sola nella disfida dei cellulari né la prima. Altre scuole sono andate da tempo in questa direzione: Roma, Firenze, Cagliari, Pesaro, Gela (Caltanissetta ).

ROMA APRIPISTA CON IL LICEO ALL’AVENTINO

Sono anni, a dire il vero, che il liceo scientifico Pio |X all’Aventino osserva le disposizioni ministeriali, come sottolinea il preside prof. Mario Rusconi. Stop ai telefonini in classe. Vietato. Tuttalpiù una eccezione c’è: i ragazzini possono accendere i loro smartphone solo per fini didattici, previa autorizzazione dei docenti. Oppure se subentra un serio problema familiare. Insomma rigidi ma flessibili. Il che è segno non di una contraddizione, ma di buon senso.

CELLULARI VIETATI,  GLI STUDENTI SI SENTONO SFIDUCIATI. E MINACCIANO DI MANIFESTARE

L’altra campana. Dicono gli studenti che vietare i cellulari è un provvedimento che mostra sfiducia nei loro confronti. “Vogliono essere  visti come interlocutori alla pari come persone responsabili “, sostiene la torinese Bianca Chiesa, coordinatore nazionale dell’Uds, l’Unione degli studenti di ispirazione sindacale, vicini ai valori della sinistra radicale (società egualitaria, collettivista). Pronta la data della protesta : 19 novembre.
 Sono mesi che sono in agitazione, mesi che preoccupano il ministro (ferrarese) Patrizio Bianchi, già rettore della Università di Ferrara, successore del leggendario prof. Conconi che ha definito la soglia anaerobica, il docente che ha pianificato lo storico record dell’ora su pista di Francesco Moser (Città del Messico, 1984). Ma è evidente che l’annunciata manifestazione va oltre i cellulari.

REDDITO DI FORMAZIONE E NUOVE SCUOLE

C’è dell’altro ad agitare gli studenti. Vogliono ricostruire la scuola dopo la pandemia. Hanno anche già presentato a Roma il Manifesto della scuola pubblica, frutto della campagna “Cantiere Scuola”. Chiedono soprattutto quattro cose.
1) Reddito di formazione a beneficio degli studenti
2) Utilizzare almeno il 5% del Pil per l’istruzione
3) Rimessa in sesto delle scuole
4) Percorsi di benessere psicologico

CELLULARI E NUOVE FRONTIERE DELL’ISTRUZIONE

Molte cose stanno cambiando. L’85% degli adolescenti (11-17 anni) usa quotidianamente i telefonini. Il 72% dei ragazzi naviga su Internet tutti i giorni. Il 62% naviga puntualmente sui social. Bisogna tenerne conto. Urge buon senso. Ne va della salute dei ragazzi e della civiltà del Paese. Lamberto Montanari, capo dei presidi emiliani, mette in guardia: educare, non proibire.