Cerignola, assassinio Stefano Tango: fermato Leonardo Dimmito

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2017 - 19:27 OLTRE 6 MESI FA
Cerignola, assassinio Stefano Tango: fermato Leonardo Dimmito

Cerignola, assassinio Stefano Tango: fermato Leonardo Dimmito

CERIGNOLA (FOGGIA) – C’è un fermo per l’omicidio di Stefano Tango, 46 anni, ammazzato la mattina di giovedì 24 agosto per strada a Cerignola. La Procura di Foggia ha fermato un uomo di 33 anni, Leonardo Dimmito, che aveva rancori personali con la vittima.

Tango, che aveva precedenti penali per armi e droga, è stato assassinato con un colpo di pistola al torace. L’ipotesi al vaglio dei carabinieri del comando provinciale di Foggia è che il movente del delitto sia una lite che la vittima aveva avuto poco prima con il suo assassino.

Il killer ha agito in pieno giorno, a piedi, per nulla scoraggiato dai 200 uomini delle forze dell’ordine mandati dal Governo nel foggiano dopo la mattanza di San Marco in Lamis (quattro morti, due dei quali vittime innocenti).

Era il 9 agosto scorso, esattamente 15 giorni fa: nell’agguato furono uccisi il presunto boss Mario Luciano Romito, di 50 anni, il cognato che gli faceva da autista, Matteo De Palma, di 44, e due contadini, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, di 47 e di 43 anni, assassinati o perché testimoni del delitto o perché scambiati per guardaspalle del boss Romito.

Giovedì mattina l’assassino di Tango ha agito tra la gente, impugnando un’arma di grosso calibro con la quale ha fatto fuoco contro il pregiudicato. Gli inquirenti spiegano che non è un delitto di mafia, perché la vittima non aveva né contatti né frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata.

Ma il fatto che a Cerignola, interessata dai controlli straordinari del territorio voluti dal Viminale, si possa compiere un omicidio alle 9:30 del mattino, davanti a un circolo ricreativo e nei pressi del cimitero, inquieta non poco.

Così come sono inquietanti le immagini dei tanti bambini e ragazzini che assistono assieme agli adulti ai rilievi dei carabinieri attorno al cadavere, coperto da un lenzuolo verde e circondato da numeri che evidenziano bossoli e tracce di sangue sull’asfalto.