Cesare Battisti rinchiuso nel carcere di Oristano “per ragioni di sicurezza”. E’ in isolamento

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Gennaio 2019 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Battisti non andrà a Rebibbia ma a Oristano "per ragioni di sicurezza"

Cesare Battisti non andrà a Rebibbia ma a Oristano “per ragioni di sicurezza”

ROMA – E’ rinchiuso nel carcere di Oristano, in Sardegna, e non a Rebibbia, Cesare Battisti. Lo ha annunciato in conferenza stampa a Palazzo Chigi il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. L’ex terrorista, catturato in Bolivia e atterrato lunedì mattina alle 11.36 all’aeroporto di Ciampino tra una folla di cronisti e fotografi, è stato “consegnato al Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria e non sarà portato a Rebibbia ma a Oristano – ha spiegato il ministro – per ragioni di sicurezza”.

Battisti è poi arrivato intorno alle 17.25 nel carcere di Massama, nelle campagne di Oristano. L’ex terrorista ha varcato le porte dell’istituto a bordo di un furgone con i vetri oscurati e una quindicina di auto al seguito con sirene spiegate. All’esterno della casa circondariale, presidiata dalle forze dell’ordine, solo un gruppo di giornalisti.

L’ex terrorista dovrà scontare l’ergastolo ostativo, cioè quello per il quale si usa spesso l’espressione “fine pena mai”. L’ergastolano comune conserva la possibilità che la sua condizione sia periodicamente riesaminata ai fini dell’accesso ai benefici e alle misure alternative, mentre all’ergastolano ostativo, in assenza di una collaborazione, quegli istituti sono esclusi per sempre, a meno che, nel frattempo, non collabori o si verifichino altre particolari circostanze. Battisti sarà probabilmente sottoposto a 6 mesi di isolamento diurno in cella singola.

Il carcere di Oristano che lo ospita, si trova alla periferia della città, nella frazione di Massama, circondato da alcune aziende agricole. Battisti sarà sottoposto all’isolamento diurno per 6 mesi, come previsto per i condannati all’ergastolo. Aperto alla fine del 2012, Massama può ospitare sino a 266 persone: è un istituto di alta sicurezza, costruito per detenuti di una certa pericolosità, provenienti dal regime del cosiddetto 41 bis. Negli ultimi anni il penitenziario di Oristano ha ospitato numerosi rappresentanti della criminalità organizzata. Nell’estate del 2017 vi era stato trasferito anche Massimo Carminati, condannato a 20 anni di reclusione a conclusione del processo Mafia Capitale. 

Il carcere di Oristano ospita anche una sezione per detenuti comuni. I reclusi sono suddivisi su tre piani articolati in sei sezioni detentive, due per piano, composte da venti camere detentive da un lato e ventuno nell’altro. Le celle sono dotate di un bagno con doccia, separato dal resto del locale, e di un angolo cucina. In ogni sezione si trova una camera singola allestita a norma di legge per detenuti disabili. 

Nell’istituto di pena sono stati attivati negli ultimi anni diversi corsi scolastici e alcuni detenuti hanno avuto anche la possibilità di ottenere il diploma di maturità. Da segnalare anche un progetto sperimentale che ha coinvolto detenuti impegnati nell’area di scavo archeologico nel Sinis di Cabras, dove sono stati ritrovati i Giganti di Mont’è Prama, le grandi statue in pietra i guerrieri risalenti al periodo tra il IX e il XIII secolo avanti Cristo.

Testa alta, pizzetto, giubbotto marrone, senza manette ai polsi, Battisti è sceso dall’aereo che lo ha riportato in Italia circondato da un gruppo di poliziotti. Il Falcon 900 del Governo italiano era decollato da Santa Cruz in Bolivia, Paese dove è stato arrestato, dopo una fuga dall’Italia durata 38 anni. Battisti è smontato dal Falcon 900 atterrato dalla Bolivia circa 10 minuti dopo l’atterraggio, alle 11.50.

Poco dopo l’apertura del portellone dell’aereo un gruppo di sette agenti di polizia è salito sul velivolo, mentre un’altra decina di agenti, in parte armati di mitraglietta attendeva ai piedi della scaletta, e nel giro di qualche minuto lo hanno fatto scendere dall’aereo.

Ad attendere il suo arrivo, all’interno dello scalo di Ciampino c’erano il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Battisti è apparso tranquillo e non ha mai abbassato lo sguardo mentre procedeva scortato dagli agenti.

“Ora so che andrò in prigione”, ha detto ai funzionari dell’Antiterrorismo. Era molto tranquillo, non aveva nessun atteggiamento conflittuale. Dopo la notifica degli atti, Battisti ha lasciato a bordo di un’auto della polizia l’aeroporto diretto negli uffici della Questura di via Patini per il fotosegnalamento.