Cesare Sangiorgi, dal Vajont all’Irpinia: una vita da Vigile del fuoco

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2020 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Sangiorgi, una foto d'archivio Ansa dei Vigili del Fuoco

Cesare Sangiorgi, dal Vajont all’Irpinia: una vita da Vigile del fuoco (foto Ansa)

E’ morto l’ingegner Cesare Sangiorgi, che fu comandante dei vigili del fuoco di Ravenna e Bologna, poi ispettore regionale e ispettore generale per l’Italia.

Faentino di nascita e ravennate di adozione, Cesare Sangiorgi aveva 94 anni.

Precursore della Protezione civile, guidò i soccorsi anche durante terremoti e attentati. Fu lui – ricorda il Resto del Carlino – ad avere la certezza della bomba alla stazione di Bologna poco prima della mezzanotte del 2 agosto 1980:

“Trovammo il cratere e mi accorsi che fra la polvere c’erano tante palline scure: tipico prodotto dell’esplosione di una carica di plastico. Corsi all’albergo dove c’era il presidente Pertini.

Fui il primo a dargli la certezza dell’attentato.

Ringraziò e restò in silenzio”.

Sangiorgi coordinò anche l’intervento dei vigili del fuoco alla diga del Vajont, nell’ottobre 1963 (“Non c’erano vivi da salvare, ma solo cadaveri da recuperare e identificare”), tre anni dopo guidò gli ‘Angeli del fango’ nell’alluvione di Firenze, poi il terremoto del Friuli nel maggio ’76 e quello in Irpinia nell’80.

Sulle macerie di Gemona, in Friuli, ricordava Sangiorgi, “cominciai a parlare con Zamberletti, nominato commissario governativo, di dare vita a un’organizzazione strutturata per questo tipo di interventi.

Fu l’avvio della Protezione civile in Italia, un discorso che poi si perfezionò sulle macerie del terremoto in Campania”.

Molti anche i suoi interventi all’estero, nelle città devastate dai terremoti in Algeria, Marocco, Messico, Armenia. (Fonti: Ansa, Il Resto del Carlino).