Cgil, Cisl e Uil il 16 in Parlamento per la Cig, il 1° maggio a Perugia

Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 19:05| Aggiornato il 12 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Cgil, Cisl e Uil saranno il 16 aprile davanti al Parlamento per chiedere il finanziamento della Cassa integrazione in deroga e il primo maggio a Perugia in solidarietà alle vittime del lavoro della città umbra.

Martedì 16 aprile i sindacati nazionali faranno una manifestazione unitaria per sollecitare il miliardo che manca per la cig del 2013. ”Ci rivolgiamo al governo ed al Parlamento”, ha affermato Camusso. Sono ”centinaia di migliaia i lavoratori che rischiano di vedere venir meno questo sostegno”, ha aggiunto Angeletti, che, rivolgendosi al nuovo Parlamento ha aggiunto, ”Deve provvedere. Lo abbiamo appena eletto, cominci a lavorare anche per i cittadini italiani”.

FESTA DEL PRIMO MAGGIO A PERUGIA – Per la tradizionale manifestazione nel giorno della Festa dei Lavoratori Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno scelto Perugia, teatro di un “dramma del lavoro”, hanno spiegato i sindacalisti.

All’inizio di marzo nella città umbra due impiegate della Regione sono state uccise da un imprenditore, che poi si è suicidato. La vicenda ”è diventata un simbolo della necessità di restituire centralità al lavoro. Per queste ragioni la festa del lavoro si celebrerà a Perugia”, hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil.

”Perugia è una delle città simbolo del disastro italiano, della disperazione del lavoro”, ha affermato Bonanni. E’ stato ”il luogo di un efferato omicidio di due lavoratrici”, ha detto Camusso, insistendo sulla necessità di rimettere al centro il ”tema del lavoro e la difesa del lavoro”.

Nella ”tragedia di Perugia due lavoratrici sono rimaste vittime di una esasperazione fondata ma, ha sottolineato Angeletti, il vero problema è che questa esasperazione ha colpito due persone che lavoravano e che non avevano alcuna responsabilità”. Quindi questa scelta va nel senso di dare ”un segno di vicinanza alle persone ed alle famiglie e di un clima sociale così degradato di cui forse non abbiamo esempi nella decennale storia repubblicana. Persone che non c’entrano nulla rischiano di essere vittime”, ha concluso il leader della Uil.