Chieti, maltrattamenti e ricatti a luci rosse nella clinica per anziani

Pubblicato il 7 Giugno 2010 - 17:02 OLTRE 6 MESI FA

Una storia di violenza, non solo quella subita dagli anziani ospiti di una casa di riposo a Lanciano, ma anche quella subita dalla direttrice, che per evitare ripercussioni sulla struttura era stata costretta da un medico della Asl ad alcune prestazioni sessuali.

E’ la storia de “La casa degli Anziani”, di Lanciano, in provincia di Chieti, sfociata oggi nell’arresto della direttrice Eva Bucciarelli (40) e sua figlia Arianna Di Tommaso (19), accusate di maltrattamenti agli anziani. Nell’ambito della stessa indagine è stato anche arrestato Claudio Turchi,(52), medico del servizio di igiene pubblica della Asl di Lanciano, per tentata concussione e violenza sessuale nei confronti della Bucciarelli.

Il sanitario era stato chiamato per controlli a seguito di casi di scabbia e per mettere tutto a tacere, senza implicazioni per la struttura, ha chiesto alla direttrice prestazioni sessuali. La donna ha denunciato il fatto ai carabinieri, ma la vicenda era già stata registrata dalle telecamere nascoste dei militari dell’Arma. Il medico è stato ripreso mentre si denudava.

Sul caso dei maltrattamenti fisici e psichici il gip Francesca Del Villano Aceto, che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, su richiesta del pm Rosaria Vecchi, ha definito la gestione del pensionato “Un quadro di sofferenza abituale inflitta agli ospiti”. L’indagine ha fatto emergere come gli anziani erano tenuti tutto il giorno sulle sedie della sala mensa e talvolta legati per evitare che cadessero per le precarie condizioni di salute. Oltre ai cibi scarsi sono stati trovati anche prodotti scadenti. La direttrice e la figlia somministravano inoltre farmaci senza prescrizione medica, omettendo di sottoporre gli anziani a visite mediche in presenza di patologie contagiose.

L’indagine congiunta di Finanza e Carabinieri ha avuto la sua accelerazione dalle testimonianze di ex dipendenti licenziate, confermate dai riscontri investigativi attraverso mezzi di intercettazione audio-video sistemati nella casa di riposo. Si è potuto così accertare come le camere da letto venivano riempite di posti anche con materassi allineati sul pavimento oltre che brandine ripiegabili. Ciò per far fronte alle richieste di ospitalità: la struttura era autorizzata per 30 posti, solo per autosufficienti, mentre ha ospitato fino a 45 anziani, in maggioranza non autosufficienti.

I casi di maltrattamenti fanno poi riferimento ad ospiti picchiati per un nonnulla; in un caso una donna è stata anche legata a un palo di ferro posto tra il pavimento e solaio. Accertato poi come gli anziani venivano lasciati tutto il giorno soli in camera con l’esclusiva assistenza durante i pasti, con la colazione che avveniva alle 6.30, considerato che gli anziani venivano svegliati alle 4 del mattino, proprio per togliere brandine e materassi al fine di evitare controlli che avrebbero potuto accertare il sovraffollamento. Scadente anche la situazione igienica: gli anziani, che avevano un unico pannolone al giorno, venivano lavati tutti con la stessa spugna o sbarbati con un solo rasoio.