Profanate le tombe di Ciccio e Tore Pappalardi, i fratelli di Gravina di Puglia: il padre si appella al sindaco per le tombe profanate

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 8 Marzo 2021 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA
Ciccio e Tore Pappalardi, le tombe dei fratelli di Gravina di Puglia profanate al cimitero: il padre di appella al sindaco

Ciccio e Tore Pappalardi, le tombe dei fratelli di Gravina di Puglia profanate al cimitero: il padre di appella al sindaco (Foto d’archivio Ansa)

Ciccio e Tore Pappalardi, profanate le tombe dei fratelli di Gravina di Puglia. Lo denuncia il sindaco del paese, in provincia di Bari, Alesio Valente. Al quale la vicenda è stata riferita da Filippo Pappalardi, padre dei due bambini.

Chi non ricorda la tragica vicenda di Ciccio e Tore? I due fratellini scomparvero da Gravina di Puglia il 5 giugno 2006. All’epoca aveva 13 e 11 anni. Venti mesi dopo furono ritrovati cadaveri in una cisterna abbandonata di una masseria. Forse, si ipotizzò all’epoca, vittime di un gioco pericoloso finito in tragedia.

Ciccio e Tore Pappalardi, profanate le tombe dei fratelli di Gravina

Un paio di giorni fa “mani ignote ma esperte hanno forzato l’ingresso della cappella cimiteriale in cui riposano” i fratellini Ciccio e Tore Pappalardi. “Ed hanno scardinato le lastre di vetro che ricoprono le tombe”. Lo denuncia su Facebook il sindaco di Gravina in Puglia, Alesio Valente. Che rileva come la tragica storia dei due fratellini non abbia saziato “la fame di dolore degli sciacalli”.

Filippo Pappalardi chiama il sindaco di Gravina per le tombe dei figli profanate

La profanazione della tomba dei due ragazzini è stata rivelata al sindaco dal papà dei fratellini, Filippo Pappalardi. “Me ne ha voluto parlare con la voce rotta dalla sofferenza – spiega il primo cittadino – il padre dei due fanciulli, Filippo, fiducioso che le istituzioni, anche attraverso il sindaco, e naturalmente attraverso le forze dell’ordine e la magistratura, possano aiutare a far luce su quanto accaduto, sui motivi di tanto odio vigliacco. Ho ascoltato con attenzione e con commozione le parole di Filippo ed ho voluto esprimergli tutta la mia vicinanza. Una profanazione grave, che suscita sdegno e apre la via ad un interrogativo inquietante: perché?”.

“Un gesto del genere, che è come sale su una ferita mai rimarginata, è un’offesa non solo ad una famiglia che piange i suoi bambini, ma ad una città intera, che forse con quella triste vicenda non ha ancora fatto del tutto i conti. Ed è forse ora di fermarsi a riflettere, nel nome della verità”.