Cimitero di Pineto (Teramo), dopo 33 anni scopre che nella tomba del padre… c’è uno sconosciuto

Alla donna non è rimasto altro che intentare una causa civile contro il Comune: martedì i suoi legali hanno avanzato la richiesta di un maxi risarcimento danni. Il giudice ha concesso un mese per arrivare ad un accordo transattivo, altrimenti la causa andrà avanti con la prossima udienza fissata al 30 novembre.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Settembre 2022 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA
Cimitero di Pineto (Teramo), dopo 33 anni scopre che nella tomba del padre... c'è uno sconosciuto

Cimitero di Pineto (Teramo), dopo 33 anni scopre che nella tomba del padre… c’è uno sconosciuto (foto Ansa)

Dopo trentatré anni scopre che nella tomba del padre il padre non c’era ma uno sconosciuto. E ora una donna di 61 anni originaria di Piacenza ma residente a Silvi, Teramo, ha chiesto un maxi risarcimento. A raccontare la storia è l’edizione abruzzese de “Il Messaggero”.

La ricostruzione

Nella primavera del 2017 il Comune di Pineto decide di stilare un elenco di salme destinate al trasferimento all’ossario cimiteriale, tra cui quella del padre della donna: la signora prende contatti con gli uffici comunali per acquistare un nuovo loculo e fissare l’appuntamento per l’esumazione.

L’esposto

A settembre però scopre che la lapide è stata rotta e che le spoglie del padre erano state trattate con un acido per accelerare il processo biologico di mineralizzazione: a quel punto presenta un esposto alla procura che apre un’inchiesta, poi archiviata, per vilipendio di cadavere.

Durante le indagini si scopre che la salma trovata in quella tomba non è quella del padre della donna, ma di un altro uomo: sulla bara nessun nome, tra le ossa ci sono delle protesi dentarie che il padre non ha mai impiantato. Non è stato possibile accertare dove sia finita la salma del 64enne: il pm di Teramo ha presunto che lo scambio delle spoglie sia avvenuto tra la sepoltura e l’apposizione della lapide definitiva nel 1986; l’anziano custode che avrebbe dovuto sovrintendere le operazioni è stato sentito, ma nel frattempo è deceduto.

Alla donna non è rimasto altro che intentare una causa civile contro il Comune: martedì i suoi legali hanno avanzato la richiesta di un maxi risarcimento danni. Il giudice ha concesso un mese per arrivare ad un accordo transattivo, altrimenti la causa andrà avanti con la prossima udienza fissata al 30 novembre.