Cimitero degli orrori: morti spostati per mettere altri morti (costa 5mila euro)

di Giuseppina Leone
Pubblicato il 27 Maggio 2018 - 05:20| Aggiornato il 24 Maggio 2019 OLTRE 6 MESI FA
Cimitero degli orrori a Palermo: morti spostati per fare spazio (a 5mila euro) ad altri defunti

Cimitero degli orrori a Palermo: morti spostati per fare spazio (a 5mila euro) ad altri defunti

PALERMO – Per anni hanno gestito come fosse cosa loro il cimitero dell’Abbazia di San Martino delle Scale, una frazione di Monreale, a Palermo. Erano loro a decidere chi doveva essere sepolto e dove. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Stabilivano i prezzi, violavano le tombe e spostavano i resti dei defunti. Un camposanto a conduzione familiare dove nulla era legale.

A scoprirlo sono stati i carabinieri che hanno arrestato i componenti della famiglia. In carcere sono finiti il capostipite 70enne, il figlio e il nipote, e un operaio. Ma la lista degli indagati, nell’inchiesta denominata dai militari “cimitero dell’orrore”, è lunga e include anche un prete.

Diversi gli esposti e le indagini, che in passato si sono chiuse con un nulla di fatto. Questa volta l’input ad andare fino in fondo è arrivato dalla stessa Abbazia. Il nuovo responsabile, padre Umberto Paluzzi, si è presentato dai carabinieri, denunciando gli strani comportamenti di uno della famiglia che aveva un’agenzia di pompe funebri. Le indagini hanno confermato i sospetti del prete. Vendevano i loculi a cinquemila euro l’uno a chi cercava sepoltura per un familiare, profanavano le tombe già occupate, toglievano i resti e facevano spazio alle nuove salme. “Non abbiamo trovato i registri previsti dalla legge nei quali devono essere riportati tutte le nuove tumulazioni, gli spostamenti delle salme, le estumulazioni e lo spurgo dei loculi”, spiega il capitano Guido Volpe comandante della compagnia.

Il giro d’affari  è stato in questi anni notevole: un milione e 200 mila euro dal 2010 al 2016. Anche la Guardia di Finanza ha iniziato ad indagare sull’organizzazione. L’inchiesta è solo all’inizio. Si punta il dito sull’inspiegabile immobilismo degli uffici del Comune di Monreale e dell’Azienda Sanitaria che per anni non si sono accorti di nulla.