Clan in guerra a Melito e Scampia. La Camorra ordina il coprifuoco

Pubblicato il 30 Gennaio 2012 - 12:02 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – I clan sono in guerra e la Camorra ordina il coprifuoco. Succede a Scampia e Melito, dove nelle ultime settimane si sono consumati sanguinolenti regolamenti di conti all’interno del gruppo degli “scissionisti”. I negozi devono chiudere tra le sette e mezza e le otto, i bar entro le 22 e le donne subito a casa dopo la spesa. Nel coprifuoco rientrano le zone di Via Monterosa, quella della 167 e quella del quartiere Ises (ex Ice Snei) e quella del rione Don Guanella. Per Melito il coprifuoco è scattato per i quartieri sorti dopo il terremoto del 1980, che come dappertutto sono chiamati quelli della 219 (dal nome della legge per la ricostruzione).

Secondo quanto riporta il quotidiano Il Mattino, il coprifuoco sarebbe stato indetto dal cartello Abbinante-Abate che dopo aver contato 5 morti cerca di Serrare le fila. Questi avrebbero chiesto aiuto al clan Polverino di Marano, che avrebbe inviato scagnozzi spietati. Gente dalla pistola facile che ha subito ordinato un piano di contrattacco con le strade sgombre, così da individuare meglio e all’istante la presenza dei nemici. Senza che ci scappa il solito morto che poi catalizza l’attenzione intorno a tutto “o’ sistema” con la polizia a presidiare il territorio.

Secondo alcune voci riportate del quotidiano napoletano, che trovano conferma anche tra le forze dell’ordine, il cartello Abbinate-Abate nella Faida aveva voltato le spalle a Paolo Di Lauro, schierandosi con gli scissionisti. Dopo la spaccatura avvenuta tra gennaio e marzo 2011 è ritornato sui suoi passi. Perciò si è trovato al centro di un fuoco incrociato. I vecchi scissionisti, del gruppo Amato-Pagano, quelli nuovi capitanati dal latitante Joe Banana e la storica cosca dei Licciardi che propende per una possibile alleanza con gli scissionisti. Nelle settimane scorse si è scatenato l’inferno soprattutto per un prepotente ritorno della cosca Di Lauro, mai del tutto scomparsa.